Yemen: aumentano i morti, attivista a rischio

21 Aprile 2011

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Amnesty International ha chiesto al governo dello Yemen di garantire l’incolumità di Ama Basha, presidente del Forum delle sorelle arabe per i diritti umani, che il 20 aprile ha ricevuto minacce telefoniche dopo aver trasmesso informazioni al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

La voce anonima ha avvisato Basha che le forze di sicurezza la ritengono responsabile di aver ‘internazionalizzato’ i problemi dello Yemen, le ha suggerito di prendere maggiori precauzioni e l’ha avvisata di non uscire di casa. Basha fa fatto sapere di non aver inviato informazioni al Consiglio di sicurezza.

Il 19 aprile l’organo delle Nazioni Unite ha ascoltato, a porte chiuse, la relazione di alcuni funzionari dell’Onu, ha chiesto moderazione e dialogo ma non ha trovato l’accordo per una dichiarazione pubblica. Contemporaneamente, nella capitale yemenita Sana’a le forze di sicurezza hanno attaccato ancora una volta i manifestanti con cannoni ad acqua, lacrimogeni e munizioni letali, uccidendo altre tre persone, tra cui Anis Ahmed Abdu Saeed al-Usaydi, un impiegato del Forum, di 32 anni. Tra 50 e 60 manifestanti sono rimasti feriti, la maggior parte di essi raggiunti da colpi di arma da fuoco.

Secondo le fonti ufficiali, il presidente Ali Abdallah Saleh ha ordinato un’inchiesta sull’accaduto e ha dato istruzioni al ministero dell’Interno di arrestare e processare i responsabili.

Il totale dei manifestanti uccisi dall’inizio delle proteste antigovernative nello Yemen è salito ad almeno 120 persone.

Sempre il 19 aprile, le forze di sicurezza hanno arrestato Lamis Muhammad Saeed Dhafer, Tasnim Ali al-Wafi, Hiyam al-Qadesi e Dr Iman al-Amisi, quattro dottoresse che si stavano recando a un ospedale da campo per prestare le cure mediche ai feriti. Le donne sono state rilasciate a mezzanotte dopo che le organizzazioni della società civile avevano annunciato un corteo fino al palazzo presidenziale se non fossero state arrestate.