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Yemen, le forze huthi rilasciano i prigionieri baha’i. Amnesty International: “Segnale positivo”
A seguito dell’annuncio fatto in occasione del quinto anniversario del conflitto in Yemen da parte di Mahdi al-Mashat, capo delle forze huthi, che tutti i “prigionieri politici” di fede baha’i saranno rilasciati, la direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International, Lynn Maalouf, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Si tratta di un segnale positivo. Chiediamo che sia il primo passo verso la fine di una sofferenza durata anni, inflitta a chi non avrebbe mai dovuto essere neanche arrestato. Siamo particolarmente felici per Hamid Haidara, un prigioniero di coscienza arrestato nel dicembre 2013 e la cui condanna a morte era stata confermata appena tre giorni fa“.
“Le autorità huthi devono ora assicurare l’annullamento delle accuse nei confronti di tutte le persone detenute solo per le loro idee, per il loro credo religioso o per il loro attivismo politico“.
“In mezzo alla pandemia di Covid-19 è un sollievo che le autorità huthi si siano impegnate a esaminare in via prioritaria le condizioni delle carceri. Rinnoviamo il nostro appello a tutte le parti in conflitto affinché rilasciano immediatamente e senza condizioni tutte le persone detenute solo per il loro attivismo pacifico, per l’espressione delle loro idee o per il loro orientamento politico“.
Dal 2015, Amnesty International ha documentato 66 casi di fedeli baha’i portati di forte al Tribunale penale speciale istituito dalle forze huthi.