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Amnesty International ha condannato l’azione delle forze di sicurezza yemenite che hanno colpito i manifestanti con manganelli e, a quanto pare, con bastoni elettrici durante le manifestazioni ispirate dalle proteste in Tunisia ed Egitto.
Membri delle forze di sicurezza in uniforme e in borghese hanno attaccato 2000 persone che stavano protestando pacificamente a Sana’a, domenica 13 febbraio, e avrebbero picchiato altre persone riunitesi a Sana’a e Ta’izz il giorno dopo.
‘Siamo allibiti dalle notizie di violenti attacchi delle forze di sicurezza contro manifestanti pacifici. Lo Yemen deve immediatamente frenare le forze di sicurezza e fermare l’uso eccessivo della forza‘- ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Khaled al-Ansi, attivista per i diritti umani e avvocato, ha riferito ad Amnesty International di essere stato aggredito con bastoni elettrici durante le manifestazioni di Sana’a del 13 febbraio e di aver sentito delle persone gridare ‘Elettricità’ mentre venivano colpiti.
‘Le forze di sicurezza yemenite non devono essere munite di bastoni elettrici, vista la persistente tortura nel paese. Ne potrebbero abusare troppo facilmente‘ – ha affermato Philip Luther.
I bastoni possono causare gravi sofferenze e infliggere ripetute scosse senza lasciare segni sostanziali.
Testimoni oculari hanno dichiarato di aver visto membri delle forze di sicurezza, arrivati verso la fine della manifestazione di Sana’a del 13 febbraio, distribuire ai loro colleghi oggetti che sembravano bastoni, poco prima dell’attacco.
La giornalista Samia al-Ghabari ha riferito ad Amnesty International di aver perso i sensi dopo essere stata spinta a terra da un membro delle forze di sicurezza in borghese, che ha cercato di portarla via mentre le manifestazioni venivano represse.
Oltre 120 persone sarebbero state arrestate durante le proteste che hanno avuto luogo in via Tahrir a Ta’izz nel fine settimana del 12 e 13 febbraio mentre si celebrava il cambiamento politico in Egitto. Il 14 febbraio sarebbero state arrestate decine di manifestanti a Ta’izz; la maggior parte è stata rilasciata.
Il 13 febbraio, i partiti di opposizione hanno annunciato che avevano accettato di dialogare con il presidente Ali Abdullah Saleh, per disinnescare le tensioni politiche nelle strade.
Tuttavia, le manifestazioni sono continuate tra i timori che i colloqui non produrranno cambiamenti significativi.
‘Il governo yemenita non può riconquistare la fiducia del suo popolo colpendoli con manganelli o bastoni elettrici. Per dare prova che il governo è pronto a un significativo cambiamento, le autorità devono garantire al popolo yemenita il diritto di esprimere le sue opinioni e di manifestare pacificamente senza temere di essere attaccato‘.