Tempo di lettura stimato: 2'
Amnesty International ha chiesto alla polizia dello Zimbabwe di porre fine alle sistematiche vessazioni e intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti, dopo che il leader di un’organizzazione non governativa è stato preso di mira con accuse politicamente motivate.
Abel Chikomo, direttore del Forum delle Organizzazioni non governative per i diritti umani, è stato incriminato, mercoledì 30 marzo, per ‘direzione di un’organizzazione illegale’, un’accusa che l’uomo ha sempre negato. Dall’inizio di febbraio, Chikomo è sottoposto a indagini da parte della polizia e a regolari interrogatori.
L’incriminazione di Chikomo sembra essere parte di una strategia orchestrata dalla polizia dello Zimbabwe e da altre strutture per la sicurezza dello stato, allo scopo di ridurre al silenzio coloro che criticano la situazione dei diritti umani. Amnesty International ha chiesto che Chikomo venga immediatamente prosciolto.
Queste accuse si inseriscono in un contesto più ampio, nel quale recentemente si sono susseguiti arresti arbitrari di attivisti per i diritti umani e detenzioni arbitrarie a causa del loro lavoro.
A febbraio, 45 attivisti sono stati accusati di alto tradimento per aver preso parte alla visione di video sulle manifestazioni in Tunisia ed Egitto. Trentacinque sono stati assolti, ma i restanti sei, rilasciati su cauzione, potrebbero essere condannati a morte, se ritenuti colpevoli.
Jenni Williams e Magodonga Mahlangu, leader dell’organizzazione Women of Zimbabwe Arise (Woza) di Bulawayo, sono state costrette a entrare in clandestinità dopo essere state minacciate di arresti arbitrari e detenzioni prolungate.