27° vertice dell’Unione Africana: il conflitto in Sud Sudan, emblema di un fallimento

12 Luglio 2016

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Alla vigilia del 27° vertice dell’Unione africana in programma a Kigali, la capitale del Ruanda, Amnesty International ha lanciato l’allarme sul ritorno della violenza in Sud Sudan, paese che rischia di ripiombare in una guerra civile senza quartiere.

L’organizzazione per i diritti umani ha trasmesso ai leader africani, in procinto di prendere parte al summit di Kigali, un memorandum intitolato ‘Dalla retorica all’azione‘, che descrive sette passi concreti che dovrebbero essere assunti per far rispettare davvero i diritti umani, in un continente che continua a essere sconvolto dai conflitti armati.

Il nuovo recente bagno di sangue in Sud Sudan testimonia l’urgente bisogno di fermare i conflitti ma anche di affrontare le loro cause di fondo‘ – ha dichiarato Netsanet Belay, direttore di Amnesty International per l’Africa.

Molti, se non tutti, i conflitti e i motivi d’instabilità in Africa sono dovuti al fatto che non si sono fermate le violazioni dei diritti umani e si è consentito all’impunità di prosperare. Questa settimana l’Unione africana deve dimostrare determinazione su queste e altre emergenze‘ – ha aggiunto Belay.

Il memorandum di Amnesty International chiede all’Unione africana anche di dedicare attenzione alla crescente repressione del dissenso e alle restrizioni e agli attacchi contro la società civile, i difensori dei diritti umani e gli oppositori politici.

In molti paesi, tra cui Burundi, Egitto, Etiopia, Gambia, Kenya, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Zimbabwe, è in atto un giro di vite nei confronti di chi manifesta in modo pacifico. Oppositori politici, giornalisti e difensori dei diritti umani sono al centro di una crescente repressione alla vigilia delle elezioni del Gambia e della Repubblica Democratica del Congo. Attivisti continuano a essere sottoposti a procedimenti penali per motivi infondati e ad arresti arbitrari in Angola ed Egitto‘ – ha sottolineato Belay.

Il summit di Kigali costituisce un’opportunità per l’Unione africana per chiedere agli stati un impegno a creare un ambiente favorevole alla società civile e ai difensori dei diritti umani, affinché questi possano svolgere le loro attività liberi da restrizioni non necessarie e da minacce‘ – ha concluso Belay.

Queste sono le sette raccomandazioni di Amnesty International al 27° summit dell’Unione africana di Kigali:

1. prendere provvedimenti urgenti per assicurare che la protezione dei diritti umani sia al centro delle politiche di prevenzione e di risposta ai conflitti;
2. impegnarsi a contrastare l’impunità attraverso misure che assicurino che gli autori di crimini di diritto internazionale siano chiamati a rispondere del loro operato;
3. adempiere urgentemente agli obblighi di reportistica e di altra natura stabiliti dai trattati regionali sui diritti umani;
4. rafforzare e assicurare l’indipendenza delle istituzioni regionali sui diritti umani;
5. adottare misure per depenalizzare l’aborto e assicurare la ratifica, da parte di tutti gli stati, del protocollo di Maputo sui diritti delle donne in Africa;
6. impegnarsi a creare un ambiente favorevole alla società civile e ai difensori dei diritti umani, affinché questi possano svolgere le loro attività liberi da restrizioni non necessarie e da minacce;
7. fare pressioni perché sia istituito un nuovo sistema globale di condivisione delle responsabilità per quanto riguarda i rifugiati.