A Gaza è carestia

22 Agosto 2025

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L’annuncio ufficiale odierno, da parte dell’Iniziativa per la classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare, che a Gaza City c’è la carestia è, per Amnesty International, una devastante conferma di ciò su cui le organizzazioni internazionali stavano lanciando l’allarme da mesi. È anche un feroce capo d’accusa nei confronti degli stati, che non hanno fatto pressioni su Israele affinché ponesse fine al genocidio nella Striscia di Gaza occupata.

“Questa carestia è la diretta conseguenza dell’intenzionale campagna israeliana di riduzione alla fame della popolazione della Striscia di Gaza”, ha dichiarato Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International.

“Quello che è ancora più terribile è che questa carestia è interamente causata dall’uomo: una catastrofe deliberatamente organizzata e prevenibile. L’intenzionale impedimento all’accesso degli aiuti umanitari, la distruzione di strutture fondamentali per la vita umana e le uccisioni dirette di civili sono una evidente manifestazione di come Israele stia infliggendo deliberatamente alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, parte integrante del genocidio in corso”, ha aggiunto Guevara Rosas.

“La dichiarazione sulla carestia a Gaza City è arrivata proprio in coincidenza col via libera del gabinetto di sicurezza e del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, al piano di una nuova operazione militare per ‘prendere il controllo’ della città, inasprendo dunque l’illegale occupazione israeliana. Un’offensiva del genere con una carestia in corso non solo causerebbe ulteriori massicce violazioni del diritto internazionale umanitario, ma aumenterebbe esponenzialmente la sofferenza delle persone che sono già alla fame e il numero delle morti da malnutrizione”, ha commentato Guevara-Rosas.

“Ogni ora che passa senza una decisa azione internazionale significa la perdita di ulteriori vite palestinesi e il progressivo avvicinarsi del completo annichilimento di Gaza City. La storia non ci perdonerà mai di essere rimasti a guardare bambine e bambini morire di fame con gli aiuti a pochi chilometri di distanza e ancora bloccati da Israele”, ha sottolineato Guevara Rosas.

“Anche solo per iniziare a invertire le devastanti conseguenze delle inumane politiche e azioni israeliane, il mondo deve agire immediatamente. Tutti gli stati e altri attori devono pretendere con forza che Israele ponga fine a questo abominio, assicurando l’ingresso senza impedimenti degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e la loro distribuzione al suo interno, il completo annullamento del blocco illegale israeliano, lo smantellamento del mortale sistema militarizzato di distribuzione degli aiuti e l’autorizzazione alle Nazioni Unite e ad altre fidate organizzazioni umanitarie a distribuire gli aiuti in condizioni di sicurezza e senza alcuna arbitraria limitazione. Gli stati devono anche spingere affinché ci sia un cessate il fuoco duraturo e tornino rapidamente in libertà gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza così come le persone palestinesi arbitrariamente detenute in Israele”, ha concluso Guevara Rosas.