Afghanistan: proteggere i difensori dei diritti umani e bloccare i rimpatri forzati

30 Gennaio 2019

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Nei primi nove mesi del 2018, secondo la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan, 2798 civili sono stati uccisi e altri 5252 sono rimasti feriti, soprattutto a causa di attacchi dei gruppi armati ma anche di attacchi aerei del governo e delle forze internazionali.

Nonostante il numero delle vittime civili abbia raggiunto livelli record, gli stati europei proseguono i rimpatri forzati di cittadini afgani, in violazione del principio di non-respingimento, ponendo queste persone a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani.

La settimana scorsa, in occasione dell’Esame periodico universale sull’Afghanistan (qui alcune informazioni), gli stati membri del Consiglio Onu sui diritti umani hanno sottolineato che il governo dell’Afghanistan deve fare di più nel campo dell’istituzione di un meccanismo per proteggere i difensori dei diritti umani, dell’applicazione delle leggi esistenti, della partecipazione delle donne e della tutela dei civili nel conflitto.

L’Esame periodico universale sull’Afghanistan (UPR) è una revisione periodica sulla situazione dei diritti umani di tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite. L’UPR è un’innovazione significativa del Consiglio per i diritti umani che si basa sulla parità di trattamento per tutti i paesi. Offre a tutti gli Stati l’opportunità di dichiarare quali azioni hanno intrapreso per migliorare la situazioni dei diritti umani nei loro paesi e superare le sfide per il godimento dei diritti umani.

“È fondamentale che il governo afgano faccia della protezione dei civili e del sostegno agli sfollati una priorità, cessi di cooperare coi rimpatri forzati, dica chiaramente che le persone rimpatriate corrono gravi rischi per la loro vita e solleciti la comunità internazionale a sospendere questi rimpatri immediatamente”.

Secondo dati resi noti nel maggio 2018 dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni, gli sfollati interni in Afghanistan sono oltre tre milioni e mezzo. Una persona su sei, nel paese, è uno sfollato interno o una persona rimpatriata.

Di fronte all’incessante aumento delle vittime civili in Afghanistan, anche noi abbiamo sollecitato il governo afgano a impegnarsi maggiormente per assicurare protezione ai difensori dei diritti umani del paese.

Ed è per questo che abbiamo presentato una nostra lista di raccomandazioni sullo stato dei diritti umani in Afghanistan in vista del riesame dell’UPR. L’elenco è consultabile a questo link.

“C’è stato qualche passo avanti in materia di diritti umani ma l’Afghanistan deve fare ancora molto per onorare i suoi impegni rispetto al diritto internazionale dei diritti umani”, ha dichiarato Samira Hamidi, campaigner sull’Asia meridionale di Amnesty International.

“Un tema di forte preoccupazione è la condizione dei difensori dei diritti umani, che affrontano una situazione più precaria che mai e minacce crescenti nei loro confronti. C’è anche urgente bisogno di uno sforzo maggiore nel campo delle indagini e dei procedimenti giudiziari, vitali per assicurare che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a renderne conto. Il processo di pace in corso deve assicurare il rispetto dei diritti umani e dei diritti delle vittime di crimini di diritto internazionale e di altre gravi violazioni dei diritti umani”, ha concluso Hamidi.