Agnes Callamard alla Cop26: “Emergenza climatica, crisi catastrofica dei diritti umani”

4 Novembre 2021

@Pierrot Men for Amnesty International

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Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, sarà presente dall’8 al 10 novembre a Glasgow in occasione della Conferenza sul clima “Cop26” per sollecitare i leader ad agire in modo commisurato alla gravità della crisi climatica e impedire ulteriori perdite di vite umane e violazioni dei diritti umani.

“L’emergenza climatica è una crisi dei diritti umani di dimensioni catastrofiche e i nostri leader devono darsi da fare e iniziare ad agire, valutandola esattamente per quella che è. Finora abbiamo sentito chiacchiere, facili promesse e visto meri gesti simbolici, ma non è stata presa alcuna misura efficace. Molti stati non sono riusciti a rispettare nemmeno gli impegni esistenti per presentare ulteriori piani per la riduzione delle emissioni”, ha dichiarato Callamard.

“Non c’è tempo per non rispettare le scadenze o fare meri gesti politici. Solo quest’anno abbiamo visto alluvioni massicce in Indonesia e Germania, temperature torride in Canada e in Pakistan e una devastante siccità in Madagascar e in ciascuno di questi casi è suonato il campanello d’allarme che chiede azioni più incisive. Ogni giorno che passa la crisi climatica peggiora e i nostri diritti sono sempre più in pericolo: perdiamo vite umane e i nostri diritti alla salute, a un alloggio adeguato, al cibo, all’acqua, all’igiene e ad altro ancora sono minacciati”, ha aggiunto Callamard.

“Il mondo deve agire concretamente per raggiungere zero emissioni prima o entro il 2050: ciò significa ridurre le emissioni di carbone almeno del 45 per cento, entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010. Gli stati ricchi, che sono i principali responsabili delle emissioni, hanno l’obbligo di ridurle velocemente e di aiutare gli stati poveri che stanno pagando il prezzo più alto dello sconvolgimento climatico”, ha proseguito Callamard.

“Alla Cop26, i leader degli stati ricchi devono sentire sulle loro spalle l’onere del futuro dell’umanità. La volontà collettiva delle comunità di ogni parte del mondo li sta sollecitando ad agire in modo rapido ed equo per salvare e sostenere il nostro pianeta. Speriamo non si facciano trovare impreparati”, ha concluso Callamard.

Amnesty International chiede a tutti gli stati di:

  • impegnarsi a raggiungere obiettivi ambiziosi e basati sui diritti umani di riduzione delle emissioni in modo da contenere sotto 1,5 gradi centigradi l’aumento della temperatura globale;
  • impegnarsi a cessare rapidamente l’uso di energie fossili piuttosto che affidarsi a misure di compensazione che ritarderanno l’azione sul clima e potranno avere un impatto negativo sui diritti umani;
  • dare vita a un meccanismo globale per aiutare le persone i cui diritti sono colpiti dal cambiamento climatico, prevedendo che gli stati ricchi ne assumano i costi attraverso nuovi finanziamenti non soggetti a restituzione;
  • adottare misure adeguate ad assicurare a tutte e a tutti il diritto all’informazione e alla partecipazione ai processi decisionali a ogni livello relativi al clima.