Assassinio di Marielle Franco: non ci fermeremo finché giustizia non sarà stata fatta

13 Marzo 2019

© Ascom

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Un anno dopo l’assassinio di Marielle Franco, difensora dei diritti umani e consigliera municipale di Rio de Janeiro, e del suo autista Anderson Gomez, le autorità brasiliane continuano a non fornire alle famiglie delle vittime e alla società una risposta adeguata.

Dopo un anno di indagini – ha dichiarato in una nota ufficiale Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International –, l’allarmante incapacità delle autorità brasiliane di risolvere l’uccisione di Marielle Franco manda il segnale che gli attacchi contro i difensori dei diritti umani resteranno impuniti. Le autorità salite in carica dopo le elezioni dello scorso anno devono portare davanti alla giustizia tutti coloro che hanno ordinato ed eseguito l’assassinio e mostrare che attacchi del genere non saranno tollerati“.

Giustizia per Marielle Franco: vogliamo indagini indipendenti

Marielle Franco e Anderson Gomez furono uccisi a colpi d’arma da fuoco a bordo della loro auto, nel quartiere Estácio di Rio de Janeiro, la notte del 14 marzo 2018. Le informazioni rese note dalle autorità e rivelate dalla stampa fanno temere che gli investigatori non abbiano svolto procedure regolari e possano essere stati influenzati da interferenze esterne.

Secondo fonti di stampa l’arma del delitto era una mitragliatrice HK-MP5, un modello il cui uso in Brasile è limitato alla polizia e all’esercito e a determinate unità investigative. Alcune armi di questo tipo erano state registrate tra quelle in possesso della polizia civile di Rio de Janeiro nel 2011 per poi sparire, mentre le munizioni usate il 14 marzo 2018 avrebbero fatto parte di un lotto in dotazione alla polizia militare finito a sua volta nel nulla pochi anni prima.

I testimoni hanno affermato che tanto l’automobile su cui viaggiava Marielle quanto quella dei killer erano in movimento quando vennero esplosi i colpi. La precisione di questi ultimi, che colpirono diverse volte Marielle al capo, lascia intendere che chi sparò aveva ricevuto un addestramento particolare. Le telecamere di sorveglianza installate nella zona erano state disattivate uno o due giorni prima. Immagini riprese da altre telecamere mostrano due vetture con targhe false, rivelerà la stampa, seguire Marielle la notte del suo omicidio.

Esperti legali hanno pubblicamente lamentato la negligenza, le procedure improprie e la violazione del giusto procedimento per tutta la durata delle indagini: non sono state effettuate radiografie durante le autopsie, l’automobile su cui erano a bordo i killer non è stata conservata propriamente e testimoni oculari non sono stati interrogati.

Chiediamo alle autorità brasiliane di rispettare le corrette procedure e nominare un team di esperti esterni e indipendenti per supervisionare le indagini e prendere in esame tutte le accuse di negligenza, errori o interferenze indebite. Le autorità, inoltre, dovranno prendere ogni misura necessaria per garantire la sicurezza dei testimoni e dei familiari di Marielle Franco e Anderson Gomes, nel rispetto dei loro specifici bisogni e delle loro richieste.

“Un anno dopo la morte di Marielle Franco, è evidente che si trattò di un omicidio mirato pianificato con cura, nel quale è probabile che siano stati coinvolti a qualche livello agenti dello stato – ha commentato Jurema Werneck, direttrice generale di Amnesty International Brasile –. Le autorità brasiliane devono garantire i diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione alle famiglie di Marielle Franco e Anderson Gomes. Non ci fermeremo finché giustizia non sarà stata fatta“.

Anniversario dell’assassinio di Marielle Franco: le iniziative a Roma

Giovedì 14 marzo alle 11, insieme a una delegazione di studenti e studentesse del Liceo Aristofane e del Liceo Orazio di Roma, una nostra delegazione incontra l’ambasciatore del Brasile in Italia per consegnare 2000 messaggi e oltre 50.000 firme, frutto della mobilitazione durante l’iniziativa “Write for Rights” dello scorso dicembre.

Sempre il 14 marzo, alle 17,30, prenderemo parte a un incontro pubblico, organizzato da associazioni della società civile presso la Casa internazionale delle donne.

Marielle Franco verrà ricordata anche durante l’evento di chiusura di “Libri come”, domenica 17 marzo alle 21 presso l’Auditorium Parco della Musica.

Difensori dei diritti umani a rischio in Brasile

Il Brasile è uno degli stati più mortali al mondo per i difensori dei diritti umani. Come già in passato documentato da Amnesty International, le autorità brasiliane hanno una reputazione assai misera nelle indagini sulle uccisioni dei difensori dei diritti umani e su quelle che coinvolgono agenti di polizia.

Nell’ultimo anno abbiamo mobilitato centinaia di migliaia di persone nel mondo per chiedere giustizia per Marielle.

Margaret Huang, direttrice generale di Amnesty International Usa, sarà in Brasile dall’11 al 14 marzo in occasione dell’anniversario e ricorderà alle autorità brasiliane che il mondo le sta osservando e non si fermerà fino a quando il caso non sarà risolto.

Incoraggiamo la comunità internazionale, compresi i governi stranieri e le organizzazioni intergovernative, a sollecitare le autorità brasiliane a identificare e a portare davanti alla giustizia, con un processo equo, tutti coloro che hanno ordinato ed eseguito l’assassinio.