Arabia Saudita: chiediamo che alla decisione di risparmiare la vita di un ragazzino segua l’abolizione della pena di morte per tutti i minorenni al momento del reato

17 Giugno 2019

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Arabia Saudita: Amnesty International chiede che alla decisione di risparmiare la vita di un ragazzino segua l’abolizione della pena di morte per tutti i minorenni al momento del reato

Commentando la notizia che Murtaja Qureiris, il giovane saudita arrestato all’età di 13 anni, non è stato condannato a morte bensì a 12 anni di carcere, Lynn Maalouf, direttice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International, ha rilasciato questa dichiarazione:

La notizia reca un grande sollievo a Murtaja e alla sua famiglia ma resta un fatto profondamente oltraggioso che l’Arabia Saudita abbia provato a chiedere la condanna a morte per un imputato arrestato quando non aveva neanche 13 anni. L’uso della pena di morte nei confronti di minorenni al momento del reato è una clamorosa violazione del diritto internazionale“.

Anche se le autorità saudite hanno risparmiato la vita di Murtaja Qureiris nel caso che lo riguardava, la legge consente ancora di condannare a morte persone arrestate quando erano minorenni nel caso in cui i loro reati siano punibili secondo la shari’a“.

Per dimostrare che intendono sinceramente rispettare i diritti dei minori, le autorità saudite devono abolire la pena di morte per tutti i reati commessi dai rei minorenni, a iniziare dall’annullamento delle condanne inflitte ad Ali al-Nimr, Abdullah al-Zaher e Dawood al-Marhoon, tre giovani sciiti arrestati quando avevano meno di 18 anni e a imminente rischio di esecuzione“.

Ulteriori informazioni

Murtaja Qureiris è stato tenuto in isolamento, picchiato e intimidito durante gli interrogatori per costringerlo a “confessare”. Il suo processo è stato palesemente irregolare, a cominciare dal fatto che è stato trattato come un adulto, nonostante il fatto che alcuni dei reati attribuitigli li avesse commessi quando aveva appena 10 anni.

Murtaja Qureiris, che ora ha 18 anni, è stato arrestato nel settembre 2014 e portato di fronte al Tribunale penale speciale nel settembre 2018, per rispondere di una serie di reati tra i quali partecipazione a manifestazioni contro il governo, presenza ai funerali del fratello Ali Qureiris ucciso nel 2011, adesione a un’organizzazione terrorista, lancio di bombe Molotov contro una stazione di polizia e uso delle armi da fuoco contro le forze di sicurezza.

Nell’agosto 2018 re Salman ha emanato la Legge sui minorenni. Il testo prevede una pena massima di 10 anni per reati che, se commessi da adulti, comporterebbero la pena di morte con l’eccezione dei reati previsti dalla shari’a (la legge islamica), per i quali – in pieno contrasto col diritto internazionale – vige la pena capitale.