Attivista cinese per i diritti umani condannata per aver denunciato la tortura

5 Febbraio 2024

Tempo di lettura stimato: 2'

Il tribunale intermedio del popolo della città di Linyi, nella provincia dello Shandong, ha condannato l’attivista cinese per i diritti umani Li Qiaochu a tre anni e otto mesi di carcere per “incitamento alla sovversione dei poteri dello stato”. La condanna partirà dal giorno dell’arresto, il 14 marzo 2021. Al termine della pena, l’attivista sarà privata per due anni dei suoi diritti politici.

Li Qiaochu, ricercatrice sui diritti delle donne e degli operai, era stata convocata dalla polizia di Pechino il 31 dicembre 2019 per sapere dove si trovasse il suo fidanzato, Xu Zhiyong, a sua volta attivista per i diritti umani.

Il 9 gennaio 2020 aveva pubblicato un post sui trattamenti ricevuti in occasione dell’interrogatorio, durato 24 ore. Il 16 febbraio era stata sottoposta alla “sorveglianza residenziale in una località specifica”, una sorta di arresti domiciliari in un luogo non reso noto che colloca, per sei mesi, una persona indagata fuori dal sistema penitenziario ufficiale.

Tornata in libertà su cauzione il 19 giugno, era stata nuovamente arrestata il 14 marzo 2021 per aver denunciato su Twitter (ora X) le torture subite dal fidanzato, nel frattempo arrestato, nella prigione di Linshu. Il 10 aprile 2023, Xu Zhiyong è stato condannato a 14 anni per “sovversione dei poteri dello stato”.

Tra gli atti del processo a Li Qiaochu si legge che l’attivista era “profondamente influenzata dai pensieri sovversivi” di Xu Zhiyong ed era intenzionata a “diffondere tali pensieri sovversivi” aiutando il fidanzato a “pubblicare i suoi articoli sovversivi”.

Secondo Amnesty International, Li Qiaochu è una prigioniera di coscienza che dev’essere scarcerata immediatamente e senza condizioni.