È iniziato il processo alle 11 attiviste saudite: “Preoccupante escalation della repressione”

15 Marzo 2019

AFP/Getty Images

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È iniziato il processo, presso un tribunale della capitale Riad, nei confronti di 11 attiviste saudite per i diritti umani.

Alcune delle imputate sono accusate di aver promosso campagne per i diritti delle donne e aver chiesto la fine del sistema del guardiano maschile. Altre devono rispondere del “reato” di aver contattato organizzazioni internazionali – tra cui la nostra – organi d’informazione e gruppi di attivisti.

Le attiviste sotto processo sono Loujain al-Hathloul, Iman al-Nafjan, Aziza al-Yousef, Amal al-Harbi, Ruqayyah al-Mharib, Nouf Abdulziaz, Maya’a al-Zahrani, Shadan al-Anezi, Abir Namankni, Hatoon al-Fassi e un’altra persona di cui non è noto il nome. La prossima udienza è prevista il 27 marzo.

“Queste accuse sono l’ultimo esempio di quanto le autorità saudite usino il sistema giudiziario e la legge per ridurre al silenzio le attiviste pacifiche e impedire loro di occuparsi della situazione dei diritti umani nel paese. Il processo è un’ulteriore macchia sulla drammatica situazione dei diritti umani e dimostra come le riforme tanto promosse dalle autorità siano parole vuote”, ha dichiarato Samah Hadid, direttrice delle campagne di Amnesty International sul Medio Oriente.

Continuiamo a chiedere alle autorità saudite di rilasciare immediatamente e senza condizioni le attiviste. In attesa del loro rilascio, le autorità saudite dovranno consentire alle imputate di avere un avvocato di loro scelta e ai rappresentanti diplomatici di assistere alle udienze.

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Le attiviste sotto processo sono tra le più coraggiose donne che difendono i diritti umani in Arabia Saudita. Non solo sono state diffamate dagli organi d’informazione filo-governativi per il loro pacifico lavoro in favore dei diritti umani, ma hanno anche subito orrende violenze fisiche e psicologiche in carcere. Sollecitiamo le autorità saudite ad annullare queste oltraggiose accuse e a rilasciarle immediatamente e senza condizioni“, ha concluso Hadid.