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Durante il Forum economico mondiale in corso in Vietnam, la consigliera di stato di Myanmar Aung San Suu Kyi ha difeso la recente condanna dei due giornalisti dell’agenzia Reuters, Wa Lone e Kyaw Soe Oo.
Aung San Suu Kyi, l’attivista per i diritti umani e premio Nobel per la Pace, ha difeso la condanna contro i due giornalisti di Reuters accusati di avere violato alcuni segreti di stato per una loro inchiesta sulle violenze condotte contro la popolazione dei rohingya.
I due giornalisti – Kyaw Soe Oo e Wa Lone, entrambi del Myanmar – erano stati arrestati dopo aver ricevuto documenti riservati da alcuni ufficiali di polizia.
Durante il processo hanno sostenuto di essere stati incastrati dalle autorità, ma sono stati condannati a 7 anni di carcere.
“È un vergognoso tentativo di difendere l’indifendibile. Sostenere che questo caso non abbia ‘nulla a che vedere con la libertà di espressione’ e che i due giornalisti ‘non sono stati condannati in quanto giornalisti’ è un deludente travisamento dei fatti”, ha dichiarato Minar Pimple, direttore delle Operazioni globali di Amnesty International.
“Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono stati condannati sulla base di una legge durissima e risalente al periodo coloniale che è stata impropriamente utilizzata per bloccare la loro inchiesta sulle agghiaccianti atrocità in corso dello stato di Rakhine. Dal loro arresto alla condanna, non si è trattato altro che di un palese attacco alla libertà di espressione e al giornalismo indipendente in Myanmar”, ha proseguito Pimple.
La condanna è stata criticata in tutto il mondo da giornalisti e attivisti per i diritti umani, ma durante una visita in Vietnam, Aung San Suu Kyi ha detto che i due giornalisti hanno infranto la legge e che la condanna non ha niente a che vedere con la libertà di espressione.
“Affermare che la legge sia stata seguita alla lettera vuol dire non rendersi conto di cosa significa la sua applicazione, che peraltro ricorda il comportamento tenuto dai militari di Myanmar quando era la stessa Aung San Suu Kyi a essere privata della libertà. La condanna internazionale nei confronti dell’atteggiamento di Aung San Suu Kyi è assolutamente comprensibile. Lei dovrebbe vergognarsi”, ha concluso Pimple.