Bangladesh: 152 condanne a morte per ammutinamento

5 Novembre 2013

Tempo di lettura stimato: 3'

Amnesty International ha definito un aggiramento della giustizia la condanna a morte emessa il 5 novembre 2013 nei confronti di 152 persone coinvolte nel 2009 in un ammutinamento: ‘Se eseguita, la sentenza significherà soltanto altre 152 violazioni dei diritti umani’ – ha dichiarato Polly Truscott, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico dell’organizzazione.

Il 25 febbraio 2009, due mesi dopo l’entrata in carica di un nuovo governo, un ammutinamento su larga scala si propagò dal quartier generale dei Fucilieri del Bangladesh (Bdr), nella capitale Dacca, via via in tutto il paese. Centinaia di soldati si resero responsabili di uccisioni illegali (almeno 74, tra cui sei civili e 68 militari), presa di ostaggi e altre violazioni dei diritti umani. Il governo impiegò 33 ore per negoziare la fine dell’ammutinamento.

Amnesty International condannò duramente quegli eventi e chiese che i responsabili venissero portati di fronte alla giustizia e sottoposti a un giusto processo.

Seguirono migliaia di arresti di soldati del Bdr. Decine, se non centinaia di soldati vennero brutalmente torturati mediante la privazione del sonno, le scariche elettriche, l’inserimento di aghi sotto le unghie e l’uso di pinze per stritolare i testicoli. La tortura fu tra le cause dei numerosi decessi in custodia di quel periodo.

‘Non c’è dubbio che l’ammutinamento del 2009 fu un fatto brutale che causò decine di morti e traumatizzò la popolazione. È comprensibile che le autorità del Bangladesh volessero sottolineare tutto questo, ma l’uso della pena di morte non farà altro che produrre altra sofferenza‘ – ha aggiunto Truscott.

‘Con queste condanne a morte, il Bangladesh ha perso l’occasione per rafforzare la fiducia nello stato di diritto e ha dato invece l’idea che si sia voluto soddisfare il desiderio di una crudele vendetta’ – ha sottolineato Truscott.
‘Il Bangladesh ha certamente il dovere di garantire giustizia alle molte vittime delle violenze di quel periodo e ai loro familiari, ma non deve farlo ricorrendo alla più crudele e inumana delle punizioni’ – ha concluso Truscott.

Amnesty International ha sollecitato le autorità del Bangladesh a non procedere alle condanne a morte e a introdurre una moratoria sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena capitale.