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Dopo gli oltre 300 arresti di manifestanti pacifici del giorno prima, le autorità della Bielorussia si sono scagliate contro gli operai che il 26 ottobre hanno aderito all’appello allo sciopero lanciato dall’opposizione politica. Secondo il Centro per i diritti umani “Viasna“, nelle prime ore di sciopero sono stati eseguiti oltre 100 arresti.
“Quello di sciopero rischia di essere l’ennesimo diritto calpestato dalla repressione ordinata dal governo di Lukashenko contro chi manifesta pacificamente nelle strade e sui luoghi di lavoro. Già alle 7 di mattina del 26 ottobre uomini in borghese hanno picchiato e arrestato gli operai che stavano scioperando alla Grodno Azot, una delle principali aziende del comparto chimico“, ha dichiarato Denis Krivosheev, direttore ad interim per l’Europa orientale e l’Asia centrale di Amnesty International.
La sera prima a Minsk le forze di sicurezza avevano picchiato e raggiunto con granate stordenti e proiettili di gomma chi stava partecipando a una manifestazione pacifica di circa 100.000 persone. Sono anche circolate immagini di un’irruzione della polizia antisommossa in un appartamento privato, con conseguente pestaggio di chi si trovava all’interno.