Colombia, oltre 100 manifestanti feriti agli occhi durante lo sciopero nazionale

26 Novembre 2021

Photo by Sebastian Barros/NurPhoto via Getty Images

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In un rapporto pubblicato il 26 novembre 2021 Amnesty International, Tembolores e il Programma di azione per l’uguaglianza e l’inclusione sociale (Paiis) dell’Università delle Ande hanno denunciato che la violenza e la repressione delle forze di sicurezza colombiane durante lo Sciopero nazionale hanno causato traumi oculari a oltre 100 manifestanti.

Il rapporto documenta 12 casi in cui l’azione violenta delle forze di sicurezza, in particolare della Squadra mobile antisommossa (Esmad) ha causato traumi oculari irreversibili. Quattro episodi riguardano gli anni precedenti, mentre otto si sono verificati durante lo Sciopero nazionale del 2021 nelle città di Bogotá, Popayán, Florencia, Medellín e Manizales.

Il Corpo di verificatori digitali di Amnesty International ha analizzato oltre 300 filmati sull’operato repressivo dell’Esmad tra il 28 aprile e il 20 ottobre 2021, dai quali ha tratto la conclusione che le forze di sicurezza hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani ai danni dei manifestanti ferendoli agli occhi nel contesto di un uso sproporzionato di armi non letali.

“È raccapricciante vedere come gli agenti dell’Esmad abbiano deliberatamente sparato agli occhi di così tante persone che avevano solo osato esercitare il loro diritto di manifestazione pacifica. Le autorità colombiane devono garantire giustizia, cure mediche e riparazione del danno alle vittime e prendere le misure necessarie per evitare che ciò si ripeta”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

Il rapporto illustra le storie delle vittime dei traumi oculari e descrive i molteplici ostacoli che queste persone hanno dovuto affrontare per ricevere cure mediche specialistiche e assistenza psicosociale. Per molte di loro è stato poi sempre più difficile trovare un lavoro dignitoso  o proseguire nei programmi scolastici in condizioni di uguaglianza.

Dalle testimonianze sono emersi dettagli che hanno portato a concludere che le ferite non sono state inferte in modo accidentale ma nel contesto di attacchi mirati contro chi esercitava il diritto di manifestazione pacifica. Ancora una volta, l’Esmad ha replicato l’uso eccessivo e sproporzionato della forza.

“La violenza della polizia non può continuare a far parte delle nostre vite quotidiane. Non possiamo abituarci al fatto che lo stato violi indiscriminatamente i diritti dei suoi cittadini. I casi di violenza delle forze di polizia, in particolare di ferimenti agli occhi commessi nel 2021 che abbiamo registrato sulla nostra piattaforma, mostrano che l’operato degli agenti non ha rispettato gli standard del diritto internazionale e che occorre una riforma delle forze di polizia per garantire l’incolumità e la vita delle persone”, ha dichiarato Alejandro Rodríguez, coordinatore di “Grita” l’osservatorio di Temblores sulla violenza della polizia.

Una delle storie più emblematiche descritte nel rapporto è quella di Leidy Cadena, una studente di Scienze politiche che il 28 aprile 2021 a Bogotá stava prendendo parte a una manifestazione insieme al suo fidanzato e ad alcuni amici.

“Quando gli agenti dell’Esmad si sono avvicinati a noi con fare aggressivo, io ho urlato ‘Andiamo via!’ ma un attimo dopo ho sentito un forte calore sul viso. Non riuscivo più a vedere da entrambi gli occhi”, ha raccontato Leidy.

Amnesty International ha analizzato le immagini in cui cinque agenti dell’Esmad con gli scudi e due di loro impugnate strumenti antisommossa, tra cui armi cinetiche. Leidy si copre un occhio da cui perde sangue, gli amici chiedono aiuto ma gli agenti dell’Esmad ignorano la richiesta.

Leidy ha perso un occhio. È certa che si sia trattato di un atto di violenza di genere poiché i suoi amici erano disarmati e sin dall’inizio della manifestazione aveva notato varie aggressioni contro le donne. Dopo aver denunciato l’accaduto alla Procura generale, Leidy è stata interrogata almeno dieci volte e questo ha prodotto un effetto-vittimizzazione. Ha anche ricevuto minacce attraverso i social media e il 16 ottobre 2021 ha rinvenuto polvere da sparo sotto la porta di casa. Insieme alla madre e al fidanzato, ha dovuto lasciare la Colombia.

Sulla base di quanto emerso nel rapporto, Amnesty International, Temblores e Paiis hanno sollecitato le autorità colombiane a dare seguito alle raccomandazioni della Commissione interamericana dei diritti umani che, dopo aver visitato il paese nel giugno 2021, aveva chiesto regole e protocolli rigidi in materia di controllo dell’ordine pubblico.

Al fine di prevenire l’uso eccessivo della forza durante le proteste, le autorità colombiane dovranno intraprendere una riforma strutturale della Polizia nazionale, in particolare dell’Esmad, per assicurare approcci non militarizzati nei confronti delle proteste, meccanismi indipendenti ed efficaci di monitoraggio e protocolli d’investigazione per quanto riguarda le indagini interne.

È infine fondamentale che vi siano programmi di sostegno alle persone ferite agli occhi e colpite dalla violenza di genere, che comprendano prevenzione, cure mediche, riabilitazione e assistenza psicosociale.

“Abbiamo avuto il privilegio di stare accanto a molte vittime di ferite agli occhi che hanno testimoniato di fronte alla Commissione interamericana dei diritti umani e continueremo a fornire assistenza legale ad alcune di loro. Comprendiamo le ragioni della loro lotta e il loro senso di frustrazione e per questo ne sosteniamo la richiesta di giustizia. È necessario mantenere alta l’attenzione sul fatto che le forze di sicurezza colombiane non solo non garantiscono i diritti dei cittadini ma li violano intenzionalmente. Le ferite agli occhi sono una punizione, stampata per sempre sul loro volto e sulle loro vite, per coloro che ha esercitato il diritto di protesta”, ha dichiarato Juliana Bustamante, direttrice di Paiis.