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Alla luce delle recenti proposte del governo di incrementare gli sforzi per allontanare i migranti irregolarmente presenti sul territorio, anche attraverso un generale ritorno alla detenzione nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie), Amnesty International Italia ha ricordato come le organizzazioni per i diritti umani ed anche la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani abbiano ripetutamente documentato le violazioni dei diritti umani cui la detenzione nei Cie ha portato.
L’organizzazione per i diritti umani scriverà prossimamente al ministro dell’Interno per chiedere dettagli circa le misure, annunciate dalla stampa, che verrebbero adottate per garantire i diritti dei migranti nei Cie.
Nel 2016, Amnesty International ha denunciato le numerose violazioni dei diritti di migranti e rifugiati dal momento in cui arrivano in Italia (https://www.amnesty.it/appelli/italia-non-neghi-diritto-asilo/): dall’uso sproporzionato della forza per rilevare le impronte digitali, alle procedure che limitano il diritto a chiedere asilo, ai rimpatri collettivi e forzati verso paesi non sicuri come il Sudan.
Il ricorso a questo genere di rimpatri potrebbe aumentare se si confermeranno le procedure superficiali e sommarie di valutazione dei requisiti per l’asilo, caposaldo del cosiddetto “approccio hotspot”, e se verranno raggiunti ulteriori accordi tra l’Italia e paesi di origine o di transito, nei quali la situazione dei diritti umani è grave, privi di adeguate garanzie di salvaguardia dei diritti umani. L’Italia ha già ricevuto numerose condanne da parte degli organismi di giustizia europei e altre potrebbero seguire.
Roma, 5 gennaio 2017
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
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