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Grazie ai dati raccolti da diverse associazioni, registriamo un generale e preoccupante incremento di episodi di violenza domestica nei confronti delle donne e sottolinea l’importanza, nell’ambito della campagna #nessunoescluso, di mantenere alto il livello di attenzione su questo problema nella gestione dell’emergenza da Covid-19. L’attuale stato di isolamento forzato sta intrappolando diverse donne nella situazione di subire le violenze dei propri partner che, in alcuni casi, diventano efferati omicidi.
In Italia, secondo le statistiche del Telefono Rosa, le chiamate, rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019, nelle prime due settimane di marzo sono diminuite del 55,1% da 1.104 sono passate a 496, per poi registrare un cambiamento di rotta durante la seconda metà marzo. La rete D.i.Re ha invece registrato una crescita esponenziale con circa 2900 casi di donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel mese di marzo, oltre il 74% rispetto alla media mensile registrata nel 2018 (ultimo anno in cui dati sono disponibili). Le maggiori richieste di aiuto sono arrivate dalla Lombardia e dalla Toscana.
Ricordiamo e invitiamo tutte le donne che subiscono violenza domestica a contattare il numero gratuito 1522, servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità che offre anche la possibilità di chat per chi non potesse parlare. In alternativa si possono contattare i centri antiviolenza della rete Di.Re e di Differenza Donna, quest’ultima offre anche sostegno legale.
In questo periodo la Polizia di Stato ha esteso YouPol, l’app realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, anche ai reati di violenza domestica. L’Associazione WeWorld ha lanciato un numero verde – 800.13.17.24 – per dare supporto alle donne in difficoltà o che si sentono oppresse dalla quarantena.
Inoltre, anche in l’Italia è stata lanciata l’iniziativa “mascherina 1522“, una frase che le donne in difficoltà, per problemi di violenza domestica, possono utilizzare nelle farmacie per ricevere informazioni o attivare una forma di aiuto. Si tratta di un accordo tra i centri antiviolenza e la Federazione Farmacisti.
Un ulteriore dato emerso da queste statistiche è che il 98% delle donne che hanno chiesto aiuto sono italiane, ciò significa che le donne migranti – come sottolineato da DifferenzaDonna – sono le prime a essere diventate invisibili, si tratta di una forma di discriminazione che rende ancora più difficile l’uscita da una situazione di violenza che vale anche per le donne con disabilità.
Accogliamo con favore il potenziamento e l’incremento delle attività per tutelare e proteggere le donne vittime di violenza e ricordiamo che abbiamo recentemente lanciato la campagna #nessunoescluso proprio per chiedere che non ci siano discriminazioni di alcun genere nella gestione dell’emergenza sanitaria in corso e sollecitare il massimo impegno da parte delle Istituzioni ad attuare provvedimenti coerenti con gli obblighi in materia di diritti umani.