Sud Sudan: applicare rigorosamente l’embargo sulle armi

18 Luglio 2018

AFP/Getty Images

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Il 13 luglio 2018, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione, redatta dagli Stati Uniti, che impone un embargo sulle armi in Sud Sudan fino a maggio 2019.

La risoluzione – approvata con nove voti favorevoli e sei astenuti, tra cui Etiopia, Russia e Cina – include anche il divieto di viaggio e il blocco dei beni posseduti dai militari sud sudanesi Malek Reuben Riak e Paul Malong Awan, entrambi accusati di foraggiare il conflitto in corso da quasi cinque anni nel paese. Altre sanzioni erano state imposte a maggio su due ministri del governo di Juba.

“Il tanto atteso voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu che impone un embargo sulle armi al Sud Sudan è un passo nella giusta direzione per minimizzare i danni ai civili nella nazione lacerata dalla guerra. Questa decisione era necessaria da tempo ed è indispensabile per interrompere il flusso di armi nel paese”, ha dichiarato Seif Magango, vice direttore di Amnesty International per l’Africa orientale, il Corno d’Africa e la regione dei Grandi laghi.

L’embargo sulla vendita e i trasferimenti di armi era stato chiesto per anni dalle organizzazioni della società civile del Sud Sudan, ma si era sempre scontrato con i veti incrociati dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza.

“Ogni giorno i civili vengono massacrati a causa dell’uso delle armi letali sotto gli occhi del mondo. Tutti gli stati, specialmente i vicini del Sud Sudan, devono ora applicare rigorosamente l’embargo e fare la loro parte nel fermare le armi. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve inoltre imparare dagli errori del passato e applicare meccanismi solidi per imporre e controllare l’assoluto rispetto dell’embargo”, ha concluso Seif Magango.