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Sono passati 10 anni dalla condanna a lunghe pene detentive di 60 esponenti della società civile emiratina, a seguito di un processo di massa conclusosi il 2 luglio 2013.
Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord, ha dichiarato: “Nell’anno in cui gli Emirati Arabi Uniti sono al centro dell’attenzione internazionale poiché ospiteranno la Cop-28, la più importante conferenza annuale sul cambiamento climatico, il governo del paese non ha ancora scarcerato nessuno dei 60 emiratini ingiustamente imprigionati nel tristemente noto processo di massa del 2013. Tra di loro, 51 persone hanno persino terminato di scontare la loro pena”.
“I governi in grado di influenzare gli Emirati Arabi Uniti sono rimasti silenti sulla necessità di liberare immediatamente questi prigionieri. La Cop-28 non potrà produrre quell’azione ambiziosa di cui abbiamo bisogno per evitare il collasso climatico se si svolgerà in uno stato le cui leggi limitano la libertà di espressione dei partecipanti e che vanta una storia di soppressione della società civile”, ha proseguito Morayef.
“Il processo di massa del 2013 e l’incarcerazione di numerosi critici dello stato, di cui 24 sono prigionieri di coscienza, hanno lasciato una macchia sulla reputazione degli Emirati Arabi Uniti per oltre un decennio. Se i governi di tutto il mondo vogliono garantire che la Cop-28 non venga offuscata dalla repressione e che riesca a promuovere un’azione climatica urgente ed efficace, devono agire ora esercitando pressioni sul governo emiratino per la scarcerazione immediata di questi prigionieri”, ha concluso Heba Morayef
Ulteriori informazioni
Nel marzo 2012 le autorità degli Emirati Arabi Uniti avviarono una serie di arresti che portarono al processo di massa di 94 cittadini emiratini: tutti imputati di avere avuto rapporti con al-Islah, un’organizzazione affiliata alla Fratellanza musulmana che, secondo l’atto d’accusa, avrebbe cercato di modificare il “sistema di governo” del paese.
Dei 69 condannati del 2 luglio 2013, 60 rimangono in prigione, compresi 51 che hanno terminato di scontare la pena ma che sono ancora privati della libertà in quanto sottoposti a una “formazione anti-estremismo”.
Cinquantadue organizzazioni, tra cui Amnesty International, hanno lanciato una petizione chiedendo agli Emirati Arabi Uniti di scarcerarli immediatamente, così come gli altri prigionieri detenuti in modo arbitrario.
La Cop-28, che è la 28esima Conferenza quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. La conferenza riunisce 198 stati con l’obiettivo di adottare misure volte a fronteggiare la minaccia globale rappresentata dai cambiamenti climatici.