Gaza: l’ordine di evacuazione può costituire un crimine di guerra

25 Ottobre 2023

Photo by Ahmad Hasaballah/Getty Images

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Il 21 ottobre l’esercito israeliano ha lanciato volantini sull’intero nord della striscia di Gaza, ordinandone l’immediata “evacuazione”, dichiarando le vite dei residenti a rischio e affermando esplicitamente che “chiunque scelga di non lasciare il nord della Striscia di Gaza per andare verso il sud, oltre il fiume Wadi Gaza, sarà considerato complice di un’organizzazione terrorista”.

Il lancio dei volantini era stato preceduto, una settimana prima, da un ultimatum che avvisava un milione e 100.000 persone a dirigersi verso sud.

“Dichiarare un’intera città o regione obiettivo militare è in completa contraddizione col diritto internazionale umanitario, che chiede a chi conduce attacchi di distinguere sempre tra civili e obiettivi civili da un lato e obiettivi militari dall’altro, nonché di adottare tutte le misure fattibili per salvaguardare civili e obiettivi civili. Violare tale principio di distinzione, prendendo di mira civili od obiettivi civili o compiendo attacchi indiscriminati che uccidono o feriscono civili è un crimine di guerra”, ha dichiarato Donatella Rovera, Alta consulente di Amnesty International per le risposte alle crisi.

“Il messaggio contenuto nei volantini non può essere considerato un avviso efficace verso la popolazione civile. Piuttosto, è un’ulteriore prova che Israele intende trasferire forzatamente i civili del nord della Striscia di Gaza. Queste minacce, a loro volta, possono costituire il crimine di guerra di punizione collettiva, in quanto considerano centinaia di migliaia di civili responsabili di azioni che non hanno commesso, per il mero fatto di trovarsi nelle loro case senza un luogo sicuro dove andare e in mezzo a un’incessante campagna di bombardamenti israeliani su tutta la Striscia di Gaza”, ha aggiunto Rovera.

Questi volantini, inoltre, devono essere letti nel contesto del primo ordine di “evacuazione” dato dalle autorità israeliane, dei ripetuti ordini di “evacuazione” dati a 23 ospedali a nord del Wadi Gaza e delle condizioni imposte dalle autorità israeliane rispetto all’ingresso degli aiuti umanitari e a dove possano essere distribuiti. Queste condizioni comprendono anche la limitazione dei già ampiamente insufficienti aiuti entrati alle aree a sud del Wadi Gaza. In questo modo, le autorità israeliane hanno trasformato gli aiuti umanitari in una sorta di ricatto per spingere gli abitanti del nord della Striscia di Gaza ad andarsene.

Amnesty International ha rinnovato la richiesta alle autorità israeliane affinché annullino immediatamente gli ordini di “evacuazione” e pongano fine alle minacce che hanno lo scopo di seminare paura e panico tra la popolazione civile della Striscia di Gaza. Tutte le condizioni imposte alla distribuzione degli aiuti umanitari devono essere immediatamente ritirate e gli aiuti, compreso il carburante, devono arrivare nella Striscia di Gaza in quantità sufficiente a venire incontro alle disperate necessità della popolazione civile.

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