Giornalisti Reuters imprigionati in Myanmar premiati con il Pulitzer

17 Aprile 2019

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L’11 gennaio 2019, un tribunale di Yangon, in Myanmar, respingeva l’appello dei due giornalisti dell’agenzia di stampa Reuters, condannati a sette anni di prigione in un processo che ha suscitato l’indignazione globale ed è stato ritenuto un attacco alla libertà di stampa.

Ora quei due giornalisti – Wa Lone, 32 anni, e Kyaw Soe Oo, 28 anni – sono i destinatari del premio Pulitzer per il giornalismo, assegnato per la loro inchiesta sull’espulsione dei Rohingya dal Myanmar e sulle violenze da loro subite da parte dei militari birmani.

I due giornalisti, ancora in prigione, non potranno ritirare il premio.

Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono stati condannati in prima istanza a settembre, sulla base di una legge sui segreti di stato mentre indagavano sull’uccisione di dieci persone di etnia Rohingya nel villaggio di Inn Din, durante un’operazione delle forze armate condotta un anno prima in Myanmar.

Contro il verdetto, criticato in maniera molto aspra a livello internazionale, gli avvocati dei reporter hanno presentato appello nel mese di novembre, denunciando una cospirazione da parte della polizia, ma anche i difetti e l’incapacità della procura per dimostrare gli elementi chiave del reato.

Il loro caso ha sollevato una grande mobilitazione internazionale e a dicembre 2018 il settimanale americano Time li ha inseriti tra le “persone dell’anno”, al fianco di altri giornalisti che hanno perso la vita o rischiato personalmente per l’esercizio della libertà di stampa.

I premi Pulitzer

I premi Pulitzer sono assegnati ogni anno per le categorie giornalismo, letteratura e musica.

La prima categoria, quella del giornalismo, è quella per cui è più famoso e autorevole il premio, che fu istituito da Joseph Pulitzer nel 1917 e che è gestito dalla Columbia University di New York. La giuria è composta da 19 persone che fanno parte del mondo dell’informazione, o del mondo accademico e letterario.