I dieci passi di Amnesty International in Grecia a sostegno delle vittime di stupro

27 Giugno 2019

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Fino all’11 giugno 2019, in Europa solo 8 paesi sui 31 da noi presi in esame avevano introdotto una legge sullo stupro basata sul consenso. Il nostro movimento lavorava da tempo per far diventare la Grecia il nono paese a introdurre questa norma e a giugno di quest’anno l’impresa ha avuto successo.

Dopo le proteste dei movimenti femministi, delle parlamentari e di Amnesty International, il governo greco ha approvato una legge che riconosce come stupro ogni rapporto sessuale non basato sul consenso.

Le donne greche hanno ottenuto l’approvazione di un emendamento che ha migliorato un testo inizialmente molto criticato e che non riconosceva il sesso senza consenso come stupro e limitava ulteriormente la definizione del reato, che prevedeva già la violenza fisica come motivo di condanna.

Nei paesi in cui le leggi sullo stupro ancora non prendono in considerazione l’elemento del consenso, la definizione legale di stupro non si basa sul fatto che entrambe le parti abbiano acconsentito a fare sesso ma su altri fattori, come ad esempio la presenza di violenza o della minaccia di usare la forza. Ma come sappiamo, questo non si verifica in tutti gli stupri.

Le sezioni nazionali di Amnesty International stanno lavorando duramente in tutta Europa per ottenere questo cambiamento anche nei loro paesi.

Qui di seguito ci sono i 10 passi fondamentali di Amnesty International Grecia verso questo cambiamento cruciale.

Step 1: Chiarire le richieste

Dicembre 2017: in collaborazione con gruppi di donne e Ong, chiediamo al governo greco di dichiarare il sesso senza consenso uno stupro. La nostra pressione coincide con la decisione della Grecia di aderire formalmente alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione della violenza contro le donne.

Step 2: Collaborare con gli altri

Febbraio 2018: insieme ad altre nove Ong sollecitiamo il governo greco ad abrogare la clausola dell’“accordo di matrimonio”, secondo la quale se qualcuno ha rapporti sessuali con un minore e in seguito lo sposa, non può essere accusato di stupro.

Step 3: Non accettare una conquista a metà

Novembre 2018: Amnesty International pubblica un importante rapporto “Il diritto di essere liberi dallo stupro”,  fornendo una panoramica della situazione europea attuale in merito alla legislazione sullo stupro e l’accesso alla giustizia.

Step 4: Condurre ricerche indipendenti

Nov 2018: Amnesty International pubblica un importante rapporto  “Il diritto di essere liberi dallo stupro”,  fornendo una panoramica della situazione attuale in merito alla legislazione sullo stupro e l’accesso alla giustizia per lo stupro in tutta Europa.

Step 5: Fare un po ‘di rumore

Gennaio 2019: Amnesty  International Grecia lancia la campagna nazionale #Let’sTalkAboutYes per chiedere un migliore accesso alla giustizia per le vittime di stupro, anche attraverso l’adozione di una legge basata sul consenso. La campagna si avvale anche di video per spiegare perché una legge sullo stupro basata sul consenso sia essenziale.

Step 6: Pensare fuori dagli schemi

Febbraio 2019: collaboriamo con l’Opera nazionale greca e il ballerino e coreografo di fama mondiale Nacho Duato per diffondere il messaggio sulla legge sullo stupro basata sul consenso.

Step 7: Confrontarsi con chi è al potere

Febbraio – giugno 2019: organizziamo incontri di sensibilizzazione con il ministro greco della Giustizia e altre figure chiave del governo per presentare la questione, e parliamo ad altre organizzazioni interessate per unire le forze.

Marzo 2019: presentiamo una proposta sulla definizione legale di stupro basata sul consenso, in occasione della consultazione pubblica sulla riforma del codice penale promossa dal governo greco. La proposta viene presentata in una conferenza stampa in cui raccontiamo il lavoro contestuale fatto per raggiungere il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla discriminazione nei confronti delle donne nel diritto e nella pratica.

Step 8: Organizzare eventi che creino attesa

Aprile 2018: organizziamo un evento ad Atene dove un gruppo di esperti approfondisce e rende più comprensibile il tema. Ad Atene altri spettacoli musicali e teatrali ed eventi organizzati da studenti e attivisti aiutano a diffondere la consapevolezza e ad attirare sostegno alla causa.

Step 9: Generare dibattito pubblico

La campagna in questi mesi genera un grande interesse dei media, innescando un dibattito. Cinquantacinque parlamentari su 300 presentano una richiesta ufficiale al parlamento greco nella quale chiedono un cambiamento della legge; ciò avviene la Giornata internazionale della donna, evento che ne amplifica il messaggio. Si formano grandi reti per il cambiamento, inclusa un’assemblea di organizzazioni femminili dal nome “Senza consenso è stupro”.

La nostra campagna in Grecia si lega anche a quelle in corso in Danimarca, Finlandia e altri paesi, fornendo una prospettiva regionale sullo stato di fatto della legge sullo stupro in Europa.

Step 10: Non accettare un “no” come risposta

Giugno 2019: il ministro della Giustizia annuncia un testo con delle modifiche alla legge sullo stupro che non è compatibile con la legislazione internazionale sui diritti umani e non è in linea con le richieste di Amnesty International. Rilasciamo una dichiarazione forte che condanna questa proposta, mentre le organizzazioni femminili si mobilitano e organizzano contestazioni al di fuori del parlamento, esprimendo critiche anche attraverso i media. L’indignazione è ripresa dai media internazionali, diffondendo ulteriormente il messaggio.

Il giorno seguente, dopo l’intensa pressione messa in moto grazie alle nostre proteste, il ministro della Giustizia fa dietrofront e modifica la proposta di riforma della legge in modo che il sesso senza consenso sia criminalizzato come stupro. Il Parlamento vota per cambiare la definizione di stupro. Ora per la legge greca il sesso senza consenso è uno stupro.

È un momento importante per tutte le persone sopravvissute allo stupro che attendono giustizia in Europa. La Grecia segue infatti altri paesi come l’Islanda e la Svezia che hanno adottato una nuova definizione di stupro nel 2018. Dopo anni di campagne anche altri paesi, come Danimarca, Finlandia e Spagna, sono sul punto di introdurre tali modifiche nel loro ordinamento.

Adottare norme basate sul consenso non fermerà gli stupri, ma è un passo importante verso il cambiamento dell’atteggiamento e per ottenere giustizia. Le leggi indirizzano  il comportamento delle persone, quindi devono rendere molto chiaro che il sesso senza consenso è stupro.