I proiettili di gomma uccidono: occorre un trattato internazionale

14 Marzo 2023

© MARCO LONGARI/AFP via Getty Images

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Secondo un rapporto diffuso oggi da Amnesty International e Omega Research Foundation, intitolato “Mi è esploso l’occhio”, negli ultimi cinque anni in oltre 30 stati le forze di sicurezza hanno usato in modo regolarmente improprio proiettili di gomma, proiettili di plastica e altre armi per sopprimere violentemente le proteste pacifiche, causando migliaia di feriti e decine di morti tra i manifestanti.

A causare questo elevato costo umano è l’uso spesso sconsiderato e sproporzionato delle cosiddette armi meno letali: proiettili a impatto cinetico come quelli di gomma, pallettoni rivestiti di gomma, candelotti di gas lacrimogeno lanciati direttamente contro i manifestanti.

“Per questo, riteniamo che controlli giuridicamente vincolanti sulla produzione e sul commercio delle armi meno letali come i proiettili a impatto cinetico, insieme a efficaci linee guida sul loro uso, siano urgentemente necessari per contrastare l’aumento della violenza riscontrato negli ultimi cinque anni”, ha dichiarato Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International su operazioni militari, di sicurezza e di polizia.

Amnesty International e Omega Research Foundation sono tra le 30 organizzazioni che sollecitano un Trattato delle Nazioni Unite per un commercio libero dalla tortura, che proibisca la produzione e il commercio di armi intrinsecamente atte a commettere violazioni dei diritti umani (come i proiettili a impatto cinetico) e introduca controlli, basati sul rispetto dei diritti umani, sulla fornitura di altre armi per il controllo dell’ordine pubblico come i proiettili di gomma e di plastica.

“Un trattato del genere proibirebbe la produzione e il commercio di tutte le armi e le attrezzature intrinsecamente atte a commettere violazioni dei diritti umani, come i proiettili a impatto cinetico, i proiettili di metallo e i pallettoni rivestiti di gomma e le munizioni a proiettili multipli che hanno causato accecamenti, altre ferite gravi e morti nel mondo”, ha sottolineato Michael Crowley, ricercatore associato presso Omega Research Fondation.

 

L’uso improprio delle armi meno letali ha un impatto devastante 

Il rapporto di Amnesty International e Omega Research Foundation denuncia centinaia di casi di ferite permanenti e morti a seguito dell’uso di armi meno letali e segnala un allarmante aumento delle ferite agli occhi (distacco della retina, rottura del bulbo oculare, perdita completa della vista) così come delle fratture al tronco e al cranio, delle ferite alla testa, delle emorragie interne, dei danni al cuore e ai polmoni derivanti da fratture alle costole, dei danni agli organi genitali e dei conseguenti traumi psicologici.

Secondo l’Istituto nazionale cileno per i diritti umani, nel corso delle proteste iniziate nell’ottobre 2019 l’operato della polizia ha causato oltre 440 ferite agli occhi, tra cui oltre 30 casi di perdita della vista o rottura del bulbo oculare.

Da un esame della letteratura medica disponibile tra il 1990 e il 2017 è emerso che almeno 53 persone sono state uccise da proiettili usati dalle forze di sicurezza e che 300 delle 1984 persone ferite hanno riportato danni permanenti. Il numero effettivo è probabilmente assai più alto.

Da allora la disponibilità, la varietà e l’uso dei proiettili a impatto cinetico hanno fatto registrare un aumento a livello globale, contribuendo alla militarizzazione dell’ordine pubblico. Il rapporto di Amnesty International e Omega Research Foundation rivela che le linee guida in vigore a livello nazionale sull’uso dei proiettili a impatto cinetico raramente rispettano gli standard internazionali sull’uso della forza, che ne prevedono l’impiego solo come ultima risorsa quando persone violente pongano una minaccia immediata nei confronti di altre. Le forze di polizia aggirano queste norme regolarmente e impunemente.

Nell’aprile 2021, durante le proteste nella capitale colombiana Bogotá, la ventiduenne Leidy Cadena Torres si stava recando a una manifestazione contro la riforma fiscale quando è stata colpita al volto da un proiettile di gomma sparato da distanza ravvicinata da un agente di polizia. Ha perso un occhio.

© Amnesty International

 

“Non capivo cosa stesse accadendo, così ho preso il mio telefono e mi sono scattata una foto, ma non vedevo più nulla. Loro cercano di ferirti in modo visibile, ad esempio causandoti la perdita di un occhio, per impaurire le persone e farle smettere di protestare”.

 

 

 

L’esperienza di Leidy Cadena Torres si è ripetuta con allarmante regolarità in stati dell’America centrale e meridionale così come in Europa, Medio Oriente, Africa e Stati Uniti d’America.

L’8 novembre 2019 a Santiago del Cile Gustavo Gatica, uno studente di Psicologia di 22 anni, ha perso la vista da entrambi gli occhi, colpiti da pallini di metallo rivestiti di gomma usati dalle forze di polizia durante le proteste di quel periodo.

 

 

“Sentivo come se dai miei occhi scorresse l’acqua, ma era sangue”, ha raccontato. “Ma ho dato i miei occhi affinché le persone si sveglino!”

 

 

Negli Stati Uniti d’America l’uso dei proiettili di gomma per sopprimere le proteste pacifiche sta diventando sempre più comune.

Questo è il racconto di un manifestante colpito al volto a Minneapolis, nello stato del Minnesota, il 31 maggio 2020:

“Con l’impatto del proiettile di gomma mi è esploso l’occhio e il naso si è spostato sotto l’altro occhio. Durante la prima notte in ospedale, hanno raccolto i pezzi dell’occhio e hanno cercato di ricucirli. Poi hanno rimesso il naso al suo posto e l’hanno rimodellato. Infine, hanno inserito una protesi oculare. Ora posso vedere solo con l’occhio destro”.

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In Spagna, secondo la campagna Stop balas de goma (Stop ai proiettili di gomma), l’uso di proiettili di gomma a impatto cinetico grandi come palle da tennis, intrinsecamente inaccurate, ha causato almeno una morte da trauma cranico e 24 ferimenti gravi, 11 dei quali agli occhi.

In Francia, uno studio medico su 21 pazienti che avevano riportato ferite agli occhi e al volto da proiettili di gomma ha rilevato gravi danni tra cui frammentazione delle ossa, fratture e rotture del bulbo oculare che hanno causato cecità.

 

 

Amnesty International ha documentato casi di gas lacrimogeni esplosi direttamente contro singole persone o folle in Cile, Colombia, Ecuador, Francia, Gaza, Guinea, Hong Kong, Iran, Iraq, Perú, Sudan, Tunisia e Venezuela.

In Iraq, nel 2019, le forze di sicurezza hanno intenzionalmente colpito i manifestanti con granate speciali dieci volte più pesanti dei classici candelotti di gas lacrimogeno, provocando ferite orribili e causando più di una ventina di morti.

In Tunisia, nel gennaio 2021, il ventunenne Haykal Rachdi è morto dopo essere stato colpito alla testa da un candelotto di gas lacrimogeno.

In Colombia le forze di sicurezza hanno impiegato il Venom, originariamente prodotto per la Marina statunitense, per lanciare contemporaneamente 30 candelotti di gas lacrimogeni contro i manifestanti.