In Africa aumentano le norme discriminatorie contro le persone Lgbtqia+

9 Gennaio 2024

Illustrazione di Dinah Rajemison

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In palese contrasto con le norme del diritto internazionale e dell’Unione africana, 31 stati dell’Africa criminalizzano i comportamenti delle persone Lgbtqia+.

Amnesty International ha analizzato la situazione legislativa in 12 di questi stati, evidenziando come il 2023 sia stato un anno estremamente negativo. In diversi casi le leggi sono state abusivamente impiegate per perseguire e emarginare le persone Lgbtqia+, mettendo in luce una preoccupante inclinazione all’uso degli strumenti legali come mezzi di oppressione.

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Il record lo ha stabilito l’Uganda: le relazioni omosessuali erano già vietate ma le autorità hanno sentito il bisogno di far entrare in vigore una nuova Legge contro l’omosessualità, che prevede persino la pena di morte in caso di “omosessualità aggravata”.

Il Ghana potrebbe seguire presto l’esempio, se il parlamento approverà quest’anno una legislazione simile.

Anche il parlamento del Kenya si appresta a discutere un atto discriminatorio, la Legge sulla protezione della famiglia. La bozza in esame vieta le relazioni omosessuali consensuali, i matrimoni omosessuali e le attività di sensibilizzazione.

In Malawi, le persone Lgbtqia+ vivono in un ambiente ostile, opprimente e pericoloso nel quale continuano a rimanere in vigore norme omofobiche.

L’omofobia è in aumento anche nello Zambia, dove viene dato spazio a iniziative cariche di odio.

“In tutta l’Africa, le persone Lgbtqia+ devono fare i conti con una preoccupante regressione del progresso, tra proteste implacabili contro le loro identità e ostacoli insormontabili per il rispetto dei loro diritti legali e sociali. Sono sempre più diffusi arresti e detenzioni arbitrarie, in quanto l’espressione della propria identità viene considerata un reato penale. In alcuni stati, la minaccia della pena di morte aleggia come uno spettro terrificante, come una punizione brutale e ingiusta per il solo fatto di essere se stessi”, Tigere Chagutah – direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale.

Gli stati e i governi africani devono riconoscere pubblicamente e proteggere i diritti umani di tutte le persone in modo equo, senza discriminazioni; devono abrogare o astenersi dal favorire tentativi di criminalizzazione di comportamenti omosessuali consensuali, in quanto le leggi attuali risultano non conformi agli standard internazionali o regionali dei diritti umani e ai principi fondamentali di dignità ed uguaglianza.

“Il nostro appello è di unirci in solidarietà con le comunità e gli individui emarginati, difendendo i loro diritti e lavorando per un mondo in cui giustizia ed eguaglianza prevalgano, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere di ognuno”, Samira Daoud – direttrice di Amnesty International per l’Africa centrale e occidentale.