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“Prima che il Parlamento europeo esprima il voto sull’AI Act, previsto per maggio, l’Unione europea ha l’importante opportunità di regolamentare l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale, affinché proteggano e promuovano i diritti umani” – ha dichiarato Amnesty International in una lettera aperta ai membri dei principali comitati parlamentari.
“L’AI Act offre ai legislatori dell’Unione europea l’opportunità di porre fine all’uso di sistemi discriminatori di intelligenza artificiale che violano i diritti umani”, ha detto Mher Hakobyan, consulente per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale di Amnesty International.
L’Unione europea deve vietare l’uso discriminatorio dei sistemi di intelligenza artificiale che colpiscono in maniera sproporzionata persone che provengono da comunità marginalizzate, come migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Tali tecnologie profilano persone e comunità, sostenendo di “prevedere” i reati o di “identificare” le persone ritenute rischiose per la sicurezza, arrivando addirittura a negare il diritto d’asilo. I legislatori dell’Unione europea devono cogliere l’occasione per vietare l’uso delle pratiche basate sull’intelligenza artificiale e proteggere i diritti dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo dagli aspetti dannosi del suo utilizzo.
“Deve anche essere vietato l’uso di tecnologie di sorveglianza di massa, come gli strumenti di identificazione biometrica, retrospettiva e in tempo reale. La legge proposta deve anche vietare i sistemi discriminatori di graduatoria sociale, che impediscono l’accesso a servizi pubblici e privati essenziali, come i sussidi familiari e l’istruzione.
“L’AI Act dovrebbe anche prendere in esame lo sviluppo di tecnologie europee, poi esportate verso altri stati. In primo luogo i sistemi di AI vietati in Europa non dovrebbero essere consentiti all’estero. In secondo luogo, l’uso consentito di tecnologie ad alto rischio che vengono esportate, deve rispettare i medesimi requisiti normativi dello stesso tipo di tecnologia venduta all’interno dell’Unione europea.
“È fondamentale garantire una forte responsabilità e trasparenza nell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale da parte dei soggetti pubblici e privati dell’Unione europea. Tali attori devono divulgarne l’utilizzo, in particolare per ciò che riguarda i sistemi ad alto rischio, e rendere pubbliche valutazioni complete circa il loro impatto sui diritti umani. Questo è essenziale perché le persone danneggiate da questi sistemi possano cercare rimedio. L’AI Act dovrebbe, pertanto, stabilire un meccanismo specifico a tale scopo”.
Ulteriori informazioni
Il 21 aprile 2021 la Commissione europea ha proposto una legge per regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il Consiglio dell’Unione europea, ha adottato la sua posizione a dicembre 2022. A maggio, Il Parlamento europeo punterà a definire la sua posizione in merito, dopodiché le due istituzioni, insieme alla Commissione europea, dovranno raggiungere l’accordo su un testo condiviso.
L’ultima lettera aperta di Amnesty International, inviata il 26 aprile dalla segretaria generale Agnès Callamard, invita i membri del Parlamento europeo a proibire l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale che ledono i diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.
Amnesty International, parte di una coalizione di organizzazioni della società civile guidata dalla Rete europea per i diritti digitali ha chiesto una regolamentazione dell’intelligenza artificiale dell’Unione europea che protegge e promuove i diritti umani.
Il 19 aprile 2023, Amnesty International e i partner della coalizione hanno pubblicato una dichiarazione, in cui si chiedeva al Parlamento europeo di proteggere i diritti umani nell’AI Act in vista della futura votazione.