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La drammatica sfida posta all’Italia e ad altri stati dalla dichiarata pandemia del Covid-19 pone un duplice problema di diritti umani: salute e alloggio adeguato.
Con una nota stampa abbiamo ricordato che il diritto alla salute è un diritto universale, che dev’essere garantito a tutti a prescindere dalla loro condizione, status od origine. Nel momento in cui le autorità italiane, opportunamente, invitano la popolazione a rimanere in casa, è necessario che sia garantito un altro diritto fondamentale: quello a un alloggio adeguato.
Come è stato recentemente messo in evidenza, tanto dalle associazioni di volontariato laiche e religiose quanto dallo stesso capo della Protezione civile, occorre garantire il diritto alla salute anche alle oltre 50.000 persone che in Italia vivono in strada, in situazioni di estrema precarietà, isolatamente o in quelli che potrebbero essere definiti assembramenti di necessità. La loro salute è a rischio, così come la salute di tutte le persone che incrociano.
Le persone senza fissa dimora, infrangendo il divieto di rimanere in casa senza una valida giustificazione, rischiano per di più di essere denunciate per inosservanza di un provvedimento dell’autorità, che secondo l’art. 650 del codice penale prevede l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro. Un primo caso si è già verificato a Milano il 12 marzo e, anche se la Questura di Milano ha fatto sapere che la denuncia non andrà avanti, è evidente che questa situazione di fragilità va affrontata senza ulteriore ritardo.
L’appello a rimanere in casa avrà pieno senso solo se, pur in questo difficile momento, le autorità competenti assicureranno un alloggio provvisorio ma adeguato e sicuro alle persone che non hanno una casa in cui restare.