Iran, avvocato per i diritti umani condannato a 30 anni e a 111 frustate

4 Giugno 2019

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Amirsalar Davoudi, avvocato iraniano per i diritti umani, è stato condannato a 30 anni di carcere e a 111 frustate. Lo ha reso noto il 1° giugno su Twitter la moglie, Tannaz Kolahchian.

Davoudi era stato arrestato il 20 novembre 2018 e posto in detenzione nella prigione di Evin, con accesso estremamente limitato al suo avvocato di fiducia e ai familiari.

Secondo la sezione 15 del Tribunale rivoluzionario di Teheran, Davoudi è colpevole di “offesa a pubblici ufficiali“, “offesa alla Guida suprema“, “diffusione di propaganda contro il sistema” e “costituzione di un gruppo allo scopo di danneggiare la sicurezza nazionale“.

La “propaganda” consisteva nel rilascio di interviste, il “gruppo” in questione era un account creato sull’applicazione di messaggistica Telegram per segnalare violazioni dei diritti umani.

In base all’articolo 134 del codice penale, che dispone il divieto di cumulo in caso di tre o più condanne, Davoudi dovrà trascorrere in carcere 15 anni.

In passato Davoudi aveva difeso in tribunale attivisti per i diritti umani e persone imprigionate a causa delle loro iniziative in ambito sociale e politico.