Iraq, 11 impiccagioni in un solo giorno

18 Novembre 2011

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Dopo l’impiccagione di 11 prigionieri, tra cui una donna, avvenuta il 16 novembre, Amnesty International ha chiesto alle autorità irachene di commutare immediatamente tutte le condanne a morte e di garantire che i verdetti dei tribunali non si basino su confessioni estorte con la tortura.

Il governo dell’Iraq ha il diritto di portare di fronte alla giustizia i responsabili di gravi reati. Ma considerando le drammatiche condizioni in cui versa il sistema giudiziario del paese, è difficile immaginare che gli 11 prigionieri impiccati abbiano ricevuto un processo equo. In ogni caso, la pena di morte viola il diritto alla vita e non dovrebbe mai essere usata‘ – ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

Amnesty International sollecita l’immediata commutazione delle centinaia di condanne a morte emesse in questi anni, soprattutto dalla Corte penale centrale dell’Iraq, istituita dall’Autorità provvisoria della Coalizione nel 2003, all’indomani dell’invasione diretta dagli Usa.

Spesso, gli imputati hanno denunciato di essere stati costretti a confessare reati sotto tortura, nel corso di interrogatori avvenuti durante la detenzione preventiva, in condizioni d’isolamento, nelle stazioni di polizia o nelle carceri. Queste confessioni, tuttavia, sono accettate dai giudici senza l’avvio di indagini sulle denunce di tortura, e costituiscono prove a carico degli imputati.