Iraq: l’Australia ammette di aver causato vittime civili nella battaglia di Mosul

1 Febbraio 2019

© Amnesty International

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A seguito dell’ammissione delle Forze di difesa australiane (Adf) che i loro attacchi aerei nella battaglia di Mosul potrebbero aver causato fino a 18 vittime civili, la direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International Lynn Maalouf ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Questa nuova ammissione da parte delle autorità australiane è un passo nella giusta direzione. L’Australia ha dimostrato ancora una volta maggiore volontà rispetto a Usa, Regno Unito e Francia, di assumersi le responsabilità per le perdite di vite umane”.

La questione non deve finire qui, comunque. Le Adf devono continuare a dare l’esempio mettendo a disposizione gli ulteriori dettagli necessari per arrivare a un giudizio indipendente che appuri se le loro operazioni militari a Mosul abbiano rispettato le disposizioni del diritto internazionale umanitario”.

Sappiamo che un aereo australiano colpì un obiettivo a Mosul Ovest causando involontariamente 18 vittime civili che si trovavano in un appartamento circostante. Per capire come ciò sia accaduto, le Adf devono fornire maggiori informazioni: sulla munizione usata nell’attacco, sulla natura dell’obiettivo, sulle misure prese per accertarsi che quello fosse un obiettivo militare, se siano stati presi in esame un modo o un metodo diverso per condurre l’attacco in modo da ridurre al minimo le perdite civili, su cosa sia stato fatto per accertare la presenza o meno di civili nei pressi dell’obiettivo”.

Le Adf hanno fatto bene a riconoscere che i loro attacchi hanno causato vittime civili. Ora devono fornire alle loro famiglie tutta la collaborazione per arrivare all’accertamento dei fatti e alla giustizia. Il modo per farlo è di rendere note tutte le informazioni loro richieste”.

Ulteriori informazioni

La battaglia della Coalizione a guida Usa per strappare Mosul allo Stato islamico è durata dall’ottobre 2016 al luglio 2017. Per tutto questo tempo, e soprattutto nelle fasi finali concentrate su Mosul Ovest, la Coalizione ha fatto massiccio ricorso all’aviazione, nonostante la presenza di civili intrappolati in città dallo Stato islamico.

Amnesty International ha rivelato le conseguenze dell’impiego di questa strategia in un rapporto del luglio 2017.

Il 31 gennaio 2019 il maresciallo delle Adf Mel Hupfeld ha ammesso che un attacco aereo portato a termine il 23 giugno 2017 da due jet Hornet F-18 contro un obiettivo di Mosul Ovest ha ucciso fino a 18 civili. Il 28 marzo 2018 le Adf, sollecitate da un’inchiesta di Amnesty International, avevano ammesso che un loro attacco aereo aveva ucciso due adulti e ferito due bambini.