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Israele/Territori palestinesi occupati: TripAdvisor non sia complice delle violazioni dei diritti umani negli insediamenti illegali
Mentre Israele espande la sua costruzione di insediamenti illegali nei Territori palestinesi occupati, contravvenendo apertamente al diritto internazionale, abbiamo chiesto a TripAdvisor di eliminare quanto prima dalle proprie destinazioni gli insediamenti e inviare un chiaro messaggio che non contribuirà più alle violazioni dei diritti umani.
Nell’attuale contesto di forte aumento dell’espansione degli insediamenti e di continui gli attacchi ai palestinesi e alle loro proprietà da parte di alcuni coloni israeliani, è più che mai fondamentale che le aziende non contribuiscano a legittimare ulteriormente gli insediamenti facendo affari con loro.
Nei giorni scorsi Amnesty International ha presentato all’amministratore delegato di TripAdvisor Stephen Kaufer una petizione firmata da oltre 300.000 persone in tutto il mondo che chiedono alla società di rimuovere gli insediamenti illegali dalle proprie destinazioni. L’azienda non ha replicato.
“Gli insediamenti israeliani violano il diritto internazionale e si configurano come crimini di guerra. Le aziende che operano negli insediamenti contribuiscono alle violazioni dei diritti umani e sostengono tacitamente la politica israeliana di sgomberare i palestinesi dalle proprie abitazioni e di calpestare i loro diritti fondamentali“, ha dichiarato in una nota stampa Saleh Higazi, vicedirettore regionale di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“È vergognoso che TripAdvisor non abbia rivisto le proprie politiche, nonostante l’accaparramento di terreni da parte di Israele prosegua in maniera ancora più aggressiva causando sempre maggiori sofferenze dei palestinesi. Trip Advisor deve assumersi le proprie responsabilità nel rispetto dei diritti umani e astenersi dal contribuire a crimini di guerra“, ha proseguito Saleh Higazi.
Nel 2019, abbiamo documentato come le agenzie turistiche online alimentino e traggano guadagno da crimini di guerra e violazioni dei diritti umani nei confronti dei palestinesi attraverso la promozione di attrazioni in aree occupate illegalmente.
Dal 1967 decine di migliaia di proprietà palestinesi sono state distrutte e intere comunità sono state costrette a sgomberi forzati per lasciare spazio a insediamenti illegali. Le risorse naturali sono state sottratte e destinate agli insediamenti, che prosperano mentre le comunità palestinesi subiscono sistematicamente violazioni dei diritti umani a livello istituzionale.
Secondo il diritto internazionale realizzare insediamenti in un territorio occupato è illegale e costituisce crimine di guerra e la comunità internazionale si è opposta a lungo a queste violazioni.
All’inizio di quest’anno, l’Onu ha pubblicato un database con oltre 100 aziende, tra cui TripAdvisor, che hanno collegamenti commerciali con gli insediamenti. Le aziende che proseguono nei loro coinvolgimenti negli insediamenti violano deliberatamente il proprio obbligo internazionale di “evitare di causare o contribuire a effetti negativi sui diritti umani attraverso le proprie attività e rimediare a tali effetti quando essi si verifichino“.
Il ruolo chiave dell’industria del turismo nelle violazioni
La ricerca di Amnesty mostra che l’industria del turismo svolge un ruolo importante nella spinta dell’espansione degli insediamenti, attraendo visitatori che ne promuovono le economie e legittimano e normalizzano l’esistenza degli insediamenti. TripAdvisor è il sito web online più visitato da parte dei visitatori stranieri di Israele e promuove almeno 70 tra luoghi per soggiornare e possibili attività negli insediamenti israeliani.
Dopo la pubblicazione del rapporto di Amnesty International nel 2019, TripAdvisor ha dichiarato:
“Capiamo che questo sia un tema delicato con implicazioni politiche e culturali. Il fatto che una proprietà o un’azienda siano tra le destinazioni di TripAdvisor non implica il nostro appoggio a quel tipo di sistema“.
Da allora, la società non ha cambiato nessuna delle sue politiche e il sito web di TripAdvisor continua a presentare tra le proprie destinazioni, come emozionanti mete turistiche, quelli che in realtà sono “i luoghi del crimine“. Ad esempio, tra le destinazioni figurano un vigneto e un sito archeologico a Susya, sulle colline a sud di Hebron; si tratta di un insediamento sempre più grande, che ha costretto generazioni di palestinesi a lasciare le proprie case e continua ad essere causa di violazioni dei diritti umani per la comunità sfollata. I palestinesi non possono accedere al sito, neanche gli ex-residenti del villaggio sulle cui rovine è stato costruito.
“La risposta di TripAdvisor ignora completamente la dura realtà del diritto internazionale e il fatto che la stessa inclusione tra le destinazioni frutti soldi all’economia dell’insediamento“, ha detto Saleh Higazi.
“Mentre i turisti nell’insediamento di Susya si godono il vino e la piscina, i palestinesi al di là del filo spinato vivono in alloggi improvvisati destinati alla demolizione e lottano per trovare acqua potabile. Il turismo rinforza questa ignobile situazione“, ha aggiunto Saleh Higazi.
La punizione del campaigner di Amnesty
Poco dopo la pubblicazione del rapporto di Amnesty International, Israele ha imposto un divieto di viaggio a scopo punitivo a Laith Abu-Zeyad, campaigner su Israele e Territori palestinesi occupati, che vive in Cisgiordania. Laith non ha ricevuto alcuna motivazione per il divieto né una qualche effettiva possibilità di contestarlo. Non solo non può viaggiare all’estero ma gli è stata anche negata la possibilità di recarsi a Gerusalemme per fare visita alla madre nei suoi ultimi giorni di vita, per “ragioni di sicurezza” non rese note. Ci sono tutti i motivi per credere che il divieto sia una risposta al lavoro di Laith sui diritti umani e sulla documentazione delle violazioni compiute da Israele da parte di Amnesty International.
“Il caso di Laith mette in luce la cruda realtà dell’occupazione israeliana. TripAdvisor contribuisce a un sistema per il quale milioni di palestinesi vengono sfollati, intrappolati e traumatizzati. Lo stesso sistema che punisce coloro che fanno sentire la propria voce“, ha commentato Saleh Higazi.
Una situazione in peggioramento
Secondo Peace Now, dall’inizio dell’anno e dall’annuncio del presidente americano Donald Trump sul cosiddetto “accordo del secolo” c’è stato un netto aumento nell’espansione dell’insediamento. Al contempo, le violenze perpetrate dai colonizzatori nei confronti dei palestinesi sono proseguite in tutti i Territori palestinesi occupati, anche a Gerusalemme Est e le autorità israeliane sono intervenute raramente. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari dall’annuncio dell’accordo di Trump sono stati almeno 250 gli incidenti che hanno implicato violenze, intimidazioni o violazioni di domicilio ad opera dei coloni israeliani.
Il governo israeliano ha intenzione di far partire a breve la proposta di annessione di ampie aree della Cisgiordania. Il progetto è stato concepito all’interno del cosiddetto “accordo di pace” dell’amministrazione Trump, annunciato senza consultazione con la parte palestinese e bocciato dalla maggior parte della comunità internazionale. Il diritto internazionale vieta l’annessione di territori occupati in qualsiasi circostanza.
“In questo contesto, è più che mai importante che le aziende rivedano le proprie politiche e le proprie attività negli insediamenti, per dichiarare in modo chiaro che non sostengono le evidenti violazioni israeliane del diritto internazionale“, ha proseguito Saleh Higazi.
“Continuando la propria attività economica con gli insediamenti, TripAdvisor diviene un alleato delle politiche di violazioni del governo israeliano e dell’amministrazione Trump, ignorando le sofferenze dei palestinesi e contravvenendo al diritto internazionale“, ha concluso Saleh Higazi.