Israele: uccisione di un palestinese nell’ospedale di Hebron

12 Novembre 2015

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Amnesty International ha sollecitato un’indagine urgente su quella che appare una possibile esecuzione extragiudiziale ai danni di un civile palestinese, avvenuta l’11 novembre all’interno dell’ospedale al-Ahli di Hebron.

Poco prima delle 3 del mattino, numerosi soldati e poliziotti israeliani vestiti da palestinesi (alcuni dei quali con barbe finte e kefia, un altro travestito da donna incinta su una sedia a rotelle) sono entrati nella corsia dove si trovava un paziente di nome Azzam Azmi Shalaldah con l’intenzione di arrestarlo perché sospettato di aver accoltellato un civile israeliano. Appena entrati nella stanza dove era ricoverato, hanno sparato almeno tre volte contro il cugino, Abdullah Azzam Shalahdah, che era appena rientrato dal bagno. I colpi lo hanno raggiunto alla testa e al tronco.

Dopo aver puntato le armi contro un secondo paziente e aver ammanettato al letto un altro parente, le forze israeliane hanno portato via Azzal Azmi Shahaldah su una sedia a rotelle.

In un comunicato, l’esercito israeliano ha dichiarato che Abdullah Azzam Shalahdah aveva aggredito i soldati israeliani senza specificare se fosse armato o meno, circostanza comunque smentita dai testimoni presenti nell’ospedale, secondo i quali l’ucciso non era armato, era a diversi metri di distanza e non aveva cercato di aggredire gli israeliani, i quali peraltro non hanno fatto alcun tentativo di arrestarlo.

Dall’inizio di ottobre, c’è stato un drammatico aumento degli attacchi palestinesi contro civili, soldati e poliziotti israeliani, cui le forze israeliane hanno risposto usando volutamente la forza letale anche quando, in molti casi, non era necessario. Nella città e nei dintorni di Hebron, le forze israeliane hanno ucciso almeno 18 palestinesi e in alcuni casi potrebbe essersi trattato di esecuzioni extragiudiziali.