La Nobel per la pace Narges Mohammadi dev’essere scarcerata immediatamente e senza condizioni

6 Ottobre 2023

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Commentando l’assegnazione del premio Nobel per la pace alla difensora iraniana dei diritti umani Narges Mohammadi, la segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard ha diffuso questa dichiarazione:

“Narges Mohammadi riceve oggi questo premio mentre si trova dietro le sbarre di una prigione iraniana, dove è detenuta ingiustamente dal 2021 solo a causa del suo attivismo per i diritti umani. Da anni si batte senza sosta per attirare l’attenzione sulla terribile situazione dei diritti umani in Iran. Anche dalla sua cella ha condannato la sanguinosa repressione delle proteste, ha invocato l’abolizione della pena di morte e dell’isolamento carcerario e ha denunciato la violenza e ha denunciato le violenze sessuali contro le manifestanti portate in carcere”.

“A dimostrazione dell’inumanità delle tattiche impiegate per reprimere le voci critiche, le autorità iraniane sottopongono da anni Narges Mohammadi a torture, minacce di morte e diniego di cure mediche specialistiche. Le stanno persino impedendo di vedere i due figli. Nonostante questo enorme costo personale, gli incessanti tentativi di ridurla al silenzio e la prospettiva di trascorrere il resto della sua vita in prigione, continua coraggiosamente a chiedere un cambiamento, non solo per sé stessa ma per le donne, gli uomini, le bambine e i bambini di tutto l’Iran”.

“Il conferimento del premio Nobel per la pace a Narges Mohammadi invia un messaggio chiaro alle autorità iraniane: la repressione nei confronti del dissenso pacifico e dei difensori dei diritti umani non resterà incontrastata. La comunità internazionale deve rinnovare gli sforzi per chiedere la scarcerazione immediata e senza condizioni di Narges Mohammadi e di tutte le altre persone ingiustamente imprigionate solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani, anche nel corso delle proteste ‘Donna Vita Libertà’ del 2022”.

Narges Mohammadi sta attualmente scontando un cumulo di pene, a seguito di svariate condanne, per un totale di 11 anni e 11 mesi di carcere, cui vanno aggiunte ulteriori sanzioni crudeli, inumane e degradanti tra le quali 154 frustate.