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Il fenomeno della violenza contro le donne in Italia è strutturale e preoccupante.
Secondo l’Istat il 31,5 per cento delle donne tra 16 e 70 anni ha subìto nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2 per cento ha subìto violenza fisica, il 21 per cento violenza sessuale, il 5,4 per cento lo stupro o il tentato stupro.
Sempre l’Istat segnala che ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% per cento delle donne. Un altro 13 per cento di donne ha subito violenza da persone conosciute (amici, parenti o colleghi di lavoro).
Di fronte a questi dati – messi in evidenza anche durante l’8 marzo, Giornata internazionale delle donne – esprimiamo preoccupazione e grave indignazione, specie per i discorsi misogini che hanno caratterizzato la campagna elettorale.
“A preoccupare è l’incidenza dei casi in cui a compiere la violenza è stata una persona che aveva le chiavi di casa – tre su quattro degli oltre 110 femminicidi del 2017 sono avvenuti tra le mura domestiche – o che aveva carpito la fiducia della vittima“, ha dichiarato Alba Bonetti, vicepresidente di Amnesty International Italia.
“Tutti i casi di violenza contro le donne, oltre che essere puniti severamente e possibilmente essere prevenuti, dovrebbero essere condannati con fermezza e imparzialità“, ha proseguito Bonetti.
Il “barometro dell’odio“, che abbiamo realizzato per monitorare la frequenza del linguaggio discriminatorio o di vero e proprio odio in campagna elettorale, ha registrato 14 frasi di disprezzo e degradazione nei confronti delle donne da parte di sette candidati.