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“La reazione sprezzante, con annesso paragone a scopo dispregiativo con un programma comico televisivo, del ministro dell’Interno ai rilievi mossi dalle Nazioni Unite sui diritti umani in Italia dimostra un preoccupante deficit di cultura istituzionale e di conoscenza del funzionamento del sistema internazionale di monitoraggio sul rispetto diritti umani“, ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.
Le parole del direttore fanno riferimento alla reazione del ministro Salvini alla lettera inviata dall’Onu all’Italia il cui sostiene che il decreto sicurezza bis del ministro dell’Interno Matteo Salvini vìoli i diritti umani.
In documento di undici pagine, l’Onu chiede che l’Italia ritiri al più presto le normative approvate dal ministero dell’Interno in materia di salvataggio in mare e sicurezza. Nello specifico è stato chiesto al governo italiano di interrompere tempestivamente l’iter legislativo che porterebbe all’approvazione del decreto sicurezza bis.
“Un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini per il decreto sicurezza, fa ridere, è da scherzi a parte”, aveva commentato il ministro Salvini.
“Le critiche oggetto della lettera, la terza in pochi mesi, dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani non possono essere liquidate con una battuta o screditate in quanto provenienti da un organismo ‘di cui fanno parte Turchia e Corea del Nord’. La lettera è sottoscritta, infatti, non da rappresentanti statali eletti a rotazione in organi collegiali ma da esperti autorevoli e del tutto indipendenti che monitorano la situazione dei diritti umani in decine di stati ogni anno“, ha sottolineao Rufini.
“Amnesty International Italia condivide le preoccupazioni espresse nella lettera inoltrata il 15 maggio all’ambasciatore italiano all’Onu, circa i reiterati ostacoli alle operazioni di ricerca e soccorso in mare da parte delle Ong, la valutazione della Libia come ‘porto sicuro’, le politiche che possono risultare in contrasto col principio di non-respingimento e i provvedimenti, l’ultimo dei quali potrebbe essere il cosiddetto decreto sicurezza bis, che hanno l’effetto d’intensificare il clima di ostilità e xenofobia nei confronti dei migranti“, ha sottolineato Rufini.
“Ci auguriamo che, a differenza delle due precedenti occasioni, questa volta il governo italiano vorrà rispondere all’Alto commissariato per i diritti umani in modo serio e approfondito e con una procedura rispettosa del ruolo dell’interlocutore“, ha concluso Rufini.