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Nonostante la gravità delle sue condizioni di salute e gli appelli internazionali, Walid Daqqah non ha potuto trascorrere i suoi ultimi giorni con la famiglia. È deceduto ieri dopo una lunga battaglia contro il cancro. https://t.co/TsWzVjrXBu
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) April 8, 2024
Walid Daqqah è un prigioniero palestinese di 63 anni malato terminale, affetto da una rara forma di cancro al midollo osseo. È stato arrestato a 25 anni e condannato all’ergastolo per il suo coinvolgimento in un caso di rapimento e omicidio di un soldato israeliano, avvenuto due anni prima. Daqqah è diventato negli ultimi anni una voce importante per la cultura palestinese. In carcere ha scritto numerosi saggi sull’impatto della detenzione sulla società palestinese e un racconto per ragazzi, che gli è costato un periodo d’isolamento.
Nel 2012 la sua condanna all’ergastolo è stata ridotta a 37 anni, dopo che l’allora presidente Shimon Peres accettò la sua richiesta di riduzione della pena.
Daqqah è stato sottoposto a continue violazioni dei diritti umani, tra cui torture, umiliazioni e mancanza di cure mediche. Nonostante le gravi condizioni di salute, per quasi un mese è stato detenuto nella prigione sovraffollata di Gilboa, dove le cure mediche e l’igiene adeguata non sono garantite. Secondo quanto ha raccontato lui stesso, il giorno del trasferimento una ventina di ufficiali, compreso lo staff medico, l’hanno ammanettato, picchiato e cercato di costringerlo a baciare la bandiera israeliana. Daqqah è ora detenuto nella prigione di Ayalon.
Dal 7 ottobre 2023 gli sono gli sono state negate le visite familiari e le cure mediche necessarie. Secondo uno dei medici di Daqqa, “sono pochi i giorni che gli rimangono e la sua vita è pericolosamente a rischio”.
In una lettera indirizzata al presidente di Israele, Isaac Herzog, Amnesty International ha chiesto la sua liberazione immediata per motivi umanitari, evidenziando la gravità delle sue condizioni di salute e il pericolo reale e imminente di non arrivare vivo al giorno della scarcerazione, il 25 marzo 2025.
La liberazione di Daqqah gli permetterebbe di trascorrere i suoi ultimi giorni con la famiglia, sua moglie Sanaa e la loro unica figlia Milad.
foto a scopo illustrativo