Credit: Fernando Figueiredo Silva
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“Il Brasile vive una situazione in cui gli attivisti per i diritti umani sono a rischio, quello di Marielle è stato un attentato politico in cui esisteva un interesse specifico. Dobbiamo denunciare ciò che avviene in Brasile perché non esistano altre morti come quella di Marielle Franco”.
Monica Benìcio è stata la compagna di Marielle Franco, attivista per i diritti delle persone Lgbtiq uccisa nel quartiere Estacio di Rio de Janeiro in Brasile, un agglomerato di favelas dove vivono almeno 130mila persone la sera del 14 marzo.
Nel giorno del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Monica ha ringraziato Amnesty per l’impegno nella difesa degli ultimi e ha ribadito la volontà di portare avanti le battaglie di Marielle.
“Il Brasile è uno dei paesi che più lotta per i diritti delle persone lgbt, Mariellesi batteva per tutte queste cause, è importante ricordare che è stata uccisa per questo. E quindi è importante proseguire chiedendo risposte” ci ha detto.
“Il retrocedere dei diritti è una cosa preoccupante, difenderli è importante. Ringrazio Amnesty per tutto ciò che fa nel mondo e in Brasile per quanto riguarda i diritti e l’uguaglianza“, ha aggiunto.
Monica parla anche di chi in questi mesi ha dimostrato interesse per cercare i colpevoli di quel brutale assassinio e di chi, come il nuove presidente del Brasile Jair Bolsonaro, ha ignorato la vicenda: “Il nuovo presidente Bolsonaro si è rifiutato di parlare di Marielle, tanti altri leader politici si erano interessati della sua morte, anche il Papa ha chiesto una risposta, mentre lui che dovrebbe occuparsi della situazione si è rifiutato. Io ero lì quella sera, Amnesty mi ha aiutata“.
“Donna, nera, lesbica e dei bassifondi. Rompeva gli schemi, in un sistema machista, omofobico e misogino. È per questo che l’hanno uccisa”. Non ha dubbi, Monica, neanche su chi sia stato ad uccidere la sua compagna in un paese in cui solo nel 2017 si sono registrati 475 assassinii di persone Lgbt.
“Lo Stato, il sistema. Lo stesso Stato che ora gestisce le indagini sull’omicidio e che non rivela nulla su come stiano procedendo. È tutto segreto, le poche cose che sappiamo sono indiscrezioni di stampa, ma spesso si tratta di speculazioni”.
Sulla sua maglietta che indossa c’è scritto “lotta con Marielle Franco“, ci ha spiegato che significa lottare contro i femminicidi, contro le omofobie, per provare a costruire un mondo migliore.
Il Brasile di oggi è guidato da Bolsonaro, quello che si prospetta è uno scenario forse peggiore rispetto al passato che Monica riconosce: “Con Bolsonaro la democrazia è in pericolo, i suoi discorsi d’odio mettono in una posizione complicata chi in Brasile difende i diritti umani. Invece di contrastare la violenza arriva a rafforzare quest’idea, tutte le persone che lavorano per i diritti umani devono portare avanti le loro battaglie“.
Chiedi al Governo brasiliano di identificare i responsabili dell’uccisione di Marielle e di assicurarli alla giustizia.