Máxima Acuña: rinviata la sentenza

13 Aprile 2017

Raúl García Pereira / Amnistía Internacional

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Il 12 aprile la Corte suprema avrebbe dovuto pronunciarsi sulle pretestuose accuse mosse a Máxima Acuña relative alla presunta invasione di terreni privati. La sentenza è stata rinviata al 3 maggio in quanto alcuni giudici non avrebbero avuto il tempo necessario per giungere a una decisione.

Erika Guevara Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International, in una nota stampa, ha criticato fortemente la decisione della Corte Suprema peruviana, affermando che si sia trattato dell’ennesimo espediente per ostacolare la legittima azione di Máxima Acuña in difesa dell’ambiente: “Il processo contro Máxima è un vile tentativo delle autorità peruviane di fermare il suo attivismo in difesa dei diritti umani e dell’ambiente ed è un messaggio destinato anche ad altri attivisti“.

Mancanza di prove contro Máxima Acuña

Nonostante la mancanza di prove, la procura generale del Perù cerca sin dal 2011 di portare Máxima Acuña a processo. A questo si aggiunge la stigmatizzazione continua di questa difensora dei diritti umani, che i rappresentanti della compagnia mineraria Yanacocha hanno definito “criminale” e “occupante abusiva” nonostante il possesso dei terreni in questione sia ancora in attesa di una soluzione giudiziaria.

Invece di continuare a perseguitare Máxima e i suoi familiari con accuse infondate, le autorità peruviane devono garantire che i difensori dei diritti umani potranno proseguire a svolgere il loro lavoro senza timore di rappresaglie“, ha aggiunto Guevara Rosas.

Le denunce di Máxima Acuña

Tra il 2011 e il 2014, Máxima Acuña ha denunciato numerosi casi di intimidazione, aggressioni e tentativi di sgombero da parte della Polizia nazionale.

Il 14 febbraio di quest’anno una delegazione, guidata da Erika Guevara Rosas, ha incontrato Máxima Acuña e i suoi familiari per consegnare oltre 150.000 messaggi di sostegno provenienti da ogni parte del mondo, contenenti anche la richiesta alle autorità peruviane di proteggerla da attacchi, intimidazioni e minacce.

In quello stesso giorno, Máxima Acuña ha ricevuto la visita del ministro della Giustizia e dei diritti umani che ha confermato l’attuazione delle misure di protezione garantitele dalla Commissione interamericana dei diritti umani.