Tempo di lettura stimato: 4'
“La situazione delle migliaia di migranti e rifugiati bloccati sulle isole greche è una ferita per la coscienza dell’Europa. Chi guarda l’Acropoli vi vede migliaia di anni di civiltà. Chi guarda i campi rifugiati delle isole greche vede che i nostri leader non hanno imparato nulla”.
A pronunciare queste parole è stato Fotis Filippou, direttore delle campagne sull’Europa di Amnesty International, che è tornato a parlare di una ferita che la Grecia e l’Europa tutta, portano ormai da tre anni: ricorre infatti oggi il terzo anniversario dell’accordo tra Unione europea e Turchia che costringe centinaia di rifugiati intrappolati sulle isole greche.
L’accordo tra Unione europea e Turchia è una dichiarazione circa la cooperazione tra gli stati membri e la Turchia per rimandare le persone approdate sulle isole greche dell’Egeo in Turchia in quanto “paese sicuro”, anche per i richiedenti asilo e per i migranti vulnerabili. Di fatto è l’attuazione di una politica di contenimento, che intrappola le persone nei centri delle isole greche per lunghi periodi di tempo.
Nei centri delle isole greche si trovano attualmente oltre 15.000 persone, più della metà delle quali sono donne e bambini. La maggioranza di loro vive in campi sovraffollati, molti dormono in tende e container del tutto inadeguati, con evidenti rischi per la loro salute e sicurezza.
Solo il campo di Samo ospita oltre 4.000 persone, cinque volte di più di quelle per il quale era stato attrezzato.
Sulla carta, l’accordo tra Unione europea e Turchia è basato sullo schema “uno contro uno”, ossia l’impegno a reinsediare in Europa un siriano per ogni siriano rimandato dalla Grecia in Turchia. I numeri dimostrano invece che nel 2018 sono stati reinsediati solo 8.000 siriani, mentre in Turchia ce ne sono tre milioni e 600.000. Delle 32.494 persone approdate sulle isole greche lo scorso anno, ne sono state rimandate in Turchia solo 322.
“A tre anni dall’attuazione di quell’accordo, è fondamentale che questa richiesta di umanità sia vista non solo ad Atene ma in tutte le capitali europee“, ha dichiarato Fotis Filippou, direttore delle campagne sull’Europa di Amnesty International.
Per non spegnere i riflettori su questa tragedia, da ieri sera, proiettato sull’Acropoli di Atene, i leader europei hanno ricevuto un messaggio chiaro: “I rifugiati sono benvenuti”.
L’iniziativa è stata organizzata dai nostri volontari e operatori per attirare l’attenzione sulla sofferenza dei rifugiati intrappolati sulle isole greche a causa dell’accordo tra Unione europea e Turchia, di cui ricorre oggi il terzo anniversario.
“Per i nostri leader è giunto il momento di mettere al primo posto l’umanità. Devono porre fine alla tragica situazione che migliaia di persone stanno subendo a causa dell’accordo tra Unione europea e Turchia e agire immediatamente per assicurare che tutti coloro che sono intrappolati nella miseria abietta delle isole greche siano finalmente trasferiti in sicurezza sulla terraferma o in altri stati europei“, ha concluso Filippou.