Mondiali di calcio 2022 in Qatar: Amnesty International chiede alla Fifa di agire per i diritti dei lavoratori migranti

22 Marzo 2021

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In vista delle partite di qualificazione per i mondiali di calcio del 2022, Amnesty International ha sollecitato la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) a usare la sua influenza presso le autorità del Qatar per porre fine alle violazioni dei diritti dei lavoratori migranti impegnati nella costruzione delle infrastrutture e degli impianti sportivi.

In una lettera al presidente Gianni Infantino, Amnesty International ha chiesto alla Fifa di onorare le proprie responsabilità per prevenire, mitigare e rimediare ai rischi di violazioni dei diritti umani relative ai mondiali di calcio del 2022 e di “usare al massimo la sua influenza” affinché il Qatar rispetti il suo programma di riforme nel campo del lavoro prima del calcio d’inizio del torneo.

Negli ultimi anni il Qatar ha adottato alcune positive riforme, anche grazie all’aumento dei controlli dopo l’assegnazione dei mondiali, ma troppo spesso la loro attuazione è risultata insufficiente col risultato che migliaia di migranti continuano a essere sottoposti a violenza e sfruttamento.

Di recente il Consiglio della shura, un organo consultivo, ha presentato una serie di raccomandazioni che, se accettate dal governo, comprometterebbero gran parte dei passi avanti ottenuti grazie alle riforme, ad esempio reimponendo limitazioni al diritto dei lavoratori di cambiare lavoro e lasciare il Qatar.

“Questi mondiali non potrebbero svolgersi senza il lavoro migrante, che costituisce il 95 per cento della forza lavoro del Qatar. Dagli stadi alle strade, dall’ospitalità alla sicurezza, lo svolgimento del torneo dipende dalla dura fatica di uomini e donne che hanno viaggiato per migliaia di chilometri per poter mantenere le loro famiglie. Ma troppo spesso questi lavoratori e queste lavoratrici hanno trovato solo violenza e sfruttamento”, ha dichiarato Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia economica e sociale di Amnesty International.

“In quanto soggetto organizzatore, secondo gli standard internazionali la Fifa ha la responsabilità di mitigare i rischi per i diritti umani derivanti dal torneo assegnato al Qatar, compresi i rischi nei settori dell’ospitalità e dei trasporti, che hanno conosciuto un’enorme espansione proprio per facilitare lo svolgimento del torneo. Le partite di qualificazione di questa settimana ci ricordano che il tempo a disposizione perché la Fifa eserciti la sua influenza sulle autorità del Qatar sta terminando. Occorre agire ora perché i mondiali di calcio del 2022 siano un evento di cui essere fieri e non un evento macchiato dallo sfruttamento e dalla violenza sui lavoratori”, ha aggiunto Cockburn.

La sofferenza dei lavoratori per rendere possibili i mondiali di calcio

Quando la Fifa decise di assegnare i mondiali di calcio del 2022 al Qatar, sapeva o avrebbe dovuto sapere che ci sarebbero stati rischi per i diritti umani, a causa del pressoché totale affidamento del paese sul lavoro migrante. Di conseguenza, la Fifa sapeva o avrebbe dovuto sapere che i lavoratori migranti impegnati in tutti i settori relativi alla preparazione dell’evento sportivo, direttamente legati agli impianti ufficiali o meno, avrebbero patito sofferenze per renderlo possibile.

Il 15 marzo Amnesty International ha scritto alla Fifa per chiedere di rispettare le proprie responsabilità nel campo dei diritti umani. Sulla base dei Principi guida delle Nazioni su imprese e diritti umani, la Fifa deve assicurare il rispetto dei diritti umani nell’organizzazione e nello svolgimento dei mondiali di calcio, disponendo controlli indipendenti e regolari sui progetti e sugli impianti ed esercitare la diligenza dovuta nell’identificazione e nella prevenzione di ogni violazione dei diritti umani associata allo svolgimento del torneo. Soprattutto, la Fifa ha la responsabilità di assicurare che tutti i danni patiti dai lavoratori nell’ambito dei progetti relativi ai mondiali ricevano pronto rimedio, in collaborazione con le autorità del Qatar e altri organismi competenti.

“La Fifa deve far sentire la sua voce affinché il Qatar attui e rafforzi con urgenza le riforme entrate in vigore e respinga le proposte di privare i lavoratori migranti dei diritti recentemente ottenuti”, ha sottolineato Cockburn.

Un appello ai tifosi

Amnesty International è consapevole che, negli ultimi anni, la Fifa ha fatto passi avanti nell’assunzione delle proprie responsabilità: nel 2017 ha adottato la sua “Politica sui diritti umani” e nel 2019 la “Strategia congiunta di sostenibilità sui mondiali di calcio del 2022 in Qatar”. La Fifa si è impegnata a lasciare “un’eredità di standard e prassi di primo livello per i lavoratori sia in Qatar che a livello internazionale” ma le attuali e continue violazioni dei diritti dei lavoratori migranti mostrano che c’è ancora molto da fare.

Per esempio nel 2020 la Fifa ha dichiarato ad Amnesty International che “la dovuta diligenza giorno per giorno” sui diritti dei lavoratori impegnati nel settore delle costruzioni è esercitata dal Comitato supremo, l’organismo governativo che supervisiona i mondiali di calcio del 2022 in Qatar.

Questa forma di delega si è dimostrata profondamente fallimentare quando Amnesty International ha scoperto che i lavoratori migranti impegnati nella costruzione dello stadio al Bayt (valore: 770 milioni di euro) non ricevevano il salario da sette mesi. Mentre il Comitato supremo lo sapeva da quasi un anno, la Fifa ha ammesso di non esserne a conoscenza.

Varie sezioni nazionali di Amnesty International cercheranno di coinvolgere i tifosi chiedendo loro di firmare una petizione rivolta alla Fifa, affinché faccia di più per cambiare le condizioni di lavoro di coloro che stanno rendendo possibile disputare i mondiali di calcio del 2022. Nel novembre 2020 gli uffici di Amnesty International di 27 stati – tra cui l’ltalia – hanno scritto alle federazioni calcistiche nazionali sollecitandole a svolgere un ruolo attivo per assicurare che i diritti dei lavoratori migranti in Qatar siano rispettati.

La sensibilità nelle tifoserie per la situazione dei diritti umani in Qatar sta crescendo al punto tale che in alcuni paesi si chiede il boicottaggio.

“La Fifa deve prendere sul serio le preoccupazioni della comunità calcistica e assumere iniziative concrete: ha la possibilità di contribuire a rendere il Qatar un luogo migliore per i lavoratori migranti, ma le lancette dell’orologio stanno andando avanti”, ha sottolineato Cockburn.

“La Fifa e il Qatar devono adottare un robusto piano d’azione per assicurare che i lavoratori migranti impegnati in tutti i settori relativi ai mondiali di calcio siano pagati adeguatamente, trattati equamente e al riparo da comportamenti violenti dei datori di lavoro”, ha concluso Cockburn.