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Il regista iraniano Ayat Najafi ha presentato oggi il suo ultimo lavoro cinematografico in apertura della 20ª edizione delle Giornate degli autori nell’ambito dell’80ª Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia.
Il film, intitolato “Il sole sorgerà” e prodotto da Angelo Laudisa con la sua società francese Rosebud Entertainment Pictures, offre una potente e coinvolgente visione sulla lotta per la libertà d’espressione in Iran.
A Teheran, nell’ottobre del 2022, si svolgono le prove della rappresentazione teatrale della commedia greca “Lisistrata” di Aristofane. In una scena chiave, il gruppo teatrale è obbligato a rifugiarsi nel teatro mentre la città fuori è in tumulto e per strada imperversano le forze anti sommossa.
Il film cattura l’intensità delle emozioni e delle decisioni prese dall’ensemble di attori mentre si trovano a fronteggiare la realtà della rivoluzione e le scelte che questa implica. Guidato dall’attrice protagonista, il gruppo è costretto a decidere se continuare lo spettacolo o unirsi alla lotta delle persone per la libertà. La tensione aumenta ulteriormente con l’ingresso improvviso di quattro sconosciuti dalla strada, che portano la crudele realtà dell’esterno nella sala prove isolata. Gli attori si trovano così a riflettere sulla propria posizione e sulla propria responsabilità in un momento così critico.
Najaf approfondisce tematiche attuali, toccando la questione della censura e delle restrizioni artistiche imposte dal regime iraniano.
“Il sole sorgerà è un film in cui sono i corpi stessi a parlare. Ho intenzionalmente coperto i volti per svelare la potenza delle altre parti dei corpi, sia per protestare contro le regole barbare che governano i corpi censurati, sia per conferire loro maggiore potenza. Queste ombre danzanti proiettano luce sulla situazione attuale in Iran”, ha affermato Ayat Najafi.
Il film, prodotto da Angelo Laudisa e promosso insieme ad Art for Human Rights, ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International Italia, che ne ha riconosciuto l’impegno nel dare voce alle questioni di libertà, diritti umani e disobbedienza civile in Iran e nel raccontare una storia di coraggio, speranza e determinazione in momenti di cambiamento.
“Ayat Najafi ha creato una narrazione coinvolgente che sfida lo status quo e invita il pubblico a riflettere su questioni sociali importanti. Alla vigilia dell’anniversario della morte di Mahsa Amini, morta il 16 settembre 2022 dopo essere stata arrestata perché indossava male il velo e la crudele repressione delle proteste che ne sono seguite, continuiamo a chiedere rispetto per i diritti umani, verità, giustizia e fine delle norme discriminatorie. Amnesty International Italia ha lanciato lo scorso 3 ottobre un appello globale, che ha raccolto oltre 50.000 firme, per chiedere alle autorità iraniane il rispetto del diritto di protesta pacifica” – ha dichiarato Ileana Bello, direttrice generale di Amnesty International Italia.