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Dopo le prime rivelazioni su forniture di carburante avvenute per tutto il 2023 all’aviazione di Myanmar, Amnesty International ha rivelato almeno due, ma probabilmente tre, ulteriori forniture giunte a destinazione tra gennaio e giugno del 2024.
Come in precedenza, per aggirare le sanzioni, il carburante è stato comprato e venduto più volte prima di raggiungere l’ultima tappa in Vietnam ed essere trasferito in Myanmar.
Nei due casi accertati, la petroliera cinese Huitong78 ha trasportato carburante dal Vietnam in Myanmar. Le forniture sono arrivate il 14 gennaio e il 29 febbraio. Altre aziende coinvolte sono la Sahara Energy International Pte Ltd. di Singapore e la Cnooc Trading Pte. Ltd. di proprietà dello stato cinese.
La terza probabile fornitura, sempre da parte della Huitong78, dovrebbe aver trasportato carburante dagli Emirati arabi uniti, giunto a destinazione il 12 maggio.
Un mese fa il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar ha denunciato che nella prima metà del 2024 gli attacchi aerei dell’aviazione contro i civili sono aumentati di cinque volte.
Uno di questi attacchi, avvenuto la mattina del 9 maggio, ha colpito un monastero di un villaggio della regione di Magway.
Dopo due primi attacchi, da un jet da combattimento sono partiti colpi contro le persone in fuga. Analizzando immagini del luogo colpito, gli esperti di Amnesty International hanno verificato la presenza di ordigni incendiari non esplosi di 23 millimetri che sono esplosi da mitragliatrici Gsh-23 montate su aerei da combattimento Yak-130 di produzione russa. Dalle scritte visibili sulle cartucce delle munizioni inesplose è emerso che erano state prodotte localmente in Myanmar nel 2024.
Sebbene nella zona del monastero operino le Squadre di difesa del popolo, un gruppo di resistenza armata che si oppone alla giunta militare che ha preso il potere nel febbraio 2021 e che ha istituito un’amministrazione civile alternativa, al momento dell’attacco non c’erano combattimenti in corso.
Il bombardamento del monastero e le successive sparatorie contro i civili in fuga dovrebbero essere indagati come crimini di guerra.