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Il 24 marzo il Consiglio Onu ha adottato per consenso una risoluzione sulle violazioni dei diritti umani in corso in Myanmar dal colpo di stato militare del 1° febbraio.
La risoluzione ha rinnovato il mandato del Relatore speciale delle Nazioni Unite su Myanmar, incaricandolo insieme all’Ufficio dell’Alta commissaria per i diritti umani di svolgere uno stretto monitoraggio su quanto sta accadendo nel paese.
La risoluzione, basata sul rapporto presentato nel settembre 2019 dalla Missione di accertamento dei fatti, ha raccomandato inoltre alle aziende presenti in Myanmar o che hanno legami di affari col paese di non svolgere alcuna attività economica che possa favorire l’esercito o le aziende da esso possedute o controllate.
Amnesty International ha espresso apprezzamento per la risoluzione del Consiglio Onu dei diritti umani sollecitando il Consiglio di sicurezza a intraprendere tutte le azioni necessarie per fermare le violazioni dei diritti umani e assicurarne i responsabili alla giustizia, tra le quali il deferimento della situazione di Myanmar al Tribunale penale internazionale, l’introduzione di un embargo generale sulle armi e l’adozione di sanzioni economiche mirate nei confronti degli alti comandi delle forze armate accusati di crimini atroci.