Napoli, nuova iniziativa per chiedere un immediato “cessate il fuoco”

9 Gennaio 2024

Foto di Francesca Maceroni

Tempo di lettura stimato: 4'

A poco più di tre mesi dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, il 13 gennaio 2024, Amnesty International Italia, AOI, Un Ponte Per, la community “Fermatevi” e Articolo21, insieme con Marisa Laurito come testimonial dell’iniziativa, saranno in Piazza del Municipio a Napoli, a partire dalle ore 11, per ribadire la richiesta di un immediato cessate il fuoco. L’evento è patrocinato dal Comune di Napoli e ha ricevuto anche il patrocinio morale della Regione Campania.

Nel corso del presidio verrà allestita un’installazione di piccole lapidi bianche con i nomi dei minori uccisi, che simboleggerà il cimitero di bambini e bambine causato dai bombardamenti su Gaza e si racconteranno le storie delle persone che hanno perso la vita durante questo atroce conflitto, evidenziando l’immensità di ogni singola perdita. Inoltre, la Fontana del Nettuno verrà colorata con i colori di Amnesty International.

L’escalation in corso tra Israele e Hamas e altri gruppi armati palestinesi sta causando una devastazione senza precedenti e distruggendo un numero inaccettabile di vite umane.

Tra il 7 ottobre 2023 e l’8 gennaio 2024, nella Striscia di Gaza occupata, sono state uccise almeno 23.084 persone, il 70% delle quali erano donne e minori. Nella Cisgiordania occupata, nello stesso periodo, sono stati uccisi 331 palestinesi, di cui 84 minori. Almeno 1200 persone – per lo più civili, inclusi 33 bambini – sono state uccise in Israele il 7 ottobre.

Nella Cisgiordania occupata, raid dell’esercito e coloni israeliani causano violenze continue, trasferimenti forzati, arresti di massa e uccisioni extragiudiziali. La libertà di movimento è gravemente limitata dai posti di controllo militari e ciò causa gravi ripercussioni sull’economia locale.

Dall’inizio del conflitto ad oggi, risultano uccisi oltre 79 giornalisti e almeno 148 membri dello staff delle Nazioni Unite. In questo contesto, il lavoro dei giornalisti è fondamentale per narrare l’escalation di violenza in corso attraverso notizie verificate e testimonianze. Molti dei giornalisti palestinesi che sono riusciti a sopravvivere ai bombardamenti, alla censura e alle repressioni di esercito e governo israeliano sono stati imprigionati. In tre mesi di guerra, inoltre, nessun giornalista straniero è stato autorizzato a entrare nella Striscia di Gaza attraverso Rafah, il che compromette chiaramente la capacità dei media di coprire il conflitto.

Gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili sono assolutamente vietati dal diritto internazionale umanitario e possono essere perseguiti come crimini di guerra.

Il presidio sarà, inoltre, l’occasione per ribadire le richieste fatte al nostro governo, alle istituzioni e alla comunità internazionale, di intervenire nelle sedi appropriate affinché:

· tutte le parti accettino un immediato cessate il fuoco;

· Israele ponga fine all’assedio totale della Striscia di Gaza;

· siano garantiti gli aiuti essenziali nella Striscia di Gaza da tutti i valichi, non solo da Rafah;

· siano rese possibili con urgenza le evacuazioni di persone ferite o malate verso Egitto, Cisgiordania o Israele;

· gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi e i Palestinesi detenuti arbitrariamente da Israele siano liberati senza condizioni.

È necessario agire subito per proteggere tutte le persone e fermare questa catastrofe.