Grace Gonzalez
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Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega sta del tutto ignorando le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali che stanno gestendo la risposta alla pandemia da Covid-19, mettendo così a rischio la salute e la vita di migliaia di persone in un paese già devastato da due anni di crisi.
Dal 18 aprile 2018 l’amministrazione Ortega ha puntato sulle intimidazioni, sull’impunità, sulla prevenzione e la soppressione di ogni forma di protesta sociale. La repressione ha causato almeno 328 morti e 2000 feriti e ha costretto oltre 100.000 persone a fuggire dal paese.
Ignorando le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, ad aprile il governo del Nicaragua ha promosso manifestazioni di massa: il 5 aprile per segnare l’inizio delle celebrazioni pasquali e il giorno dopo per eleggere la Reginetta dell’estate 2020 nella regione di Managua. Il 12 aprile l’Istituto per il turismo ha organizzato il Summer Music Fest in diverse località del paese.
Particolare preoccupazione desta la situazione delle almeno 70 persone arrestate dall’aprile 2018 solo per aver manifestato pacificamente e che restano tuttora in carcere.
Amaya Coppens, arrestata due volte e poi scarcerata, ha denunciato il sovraffollamento, la mancanza d’acqua potabile, le condizioni igienico-sanitarie carenti e l’assenza di cure mediche: pur soffrendo di ipertensione non le sono mai state fornite medicine.
Un parente di María Esperanza Sánchez García, l’unica donna tra i 70 prigionieri detenuti per ragioni politiche, ci ha detto che la donna soffre di asma ed è particolarmente a rischio di contagio. Le misure igieniche sono insufficienti, nelle celle c’’ poco spazio.
L’8 aprile, in occasione di Pasqua, il governo ha annunciato il rilascio di 1700 detenuti ma nella lista non è stato incluso alcun prigioniero di coscienza.