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Una mostra pubblica a Bologna, lungo la cornice dei portici di San Luca, per portare all’attenzione le storie di 50 prigionieri di coscienza di 13 paesi diversi. L’inaugurazione prevista per il 16 giugno, compleanno di Zaki.
Da Sanaa Seif, la regista egiziana condannata a un anno e mezzo di carcere a causa delle sue critiche al governo fino a Idil Eser, difensora dei diritti umani in Turchia accusata di terrorismo; da Aleksei Navalny, in carcere in Russia per aver denunciato la corruzione, ad Ahmadreza Djalali, a rischio di esecuzione in Iran per una falsa accusa di spionaggio.
Saranno 50 i prigionieri di coscienza, incluso Patrick Zaki, che 6000 sardine, Amnesty International Italia, Università e Comune di Bologna porteranno sotto i portici che conducono al santuario della Madonna di San Luca, candidati a diventare Patrimonio dell’Unesco. Striscioni di due metri per uno con i disegni realizzati da Gianluca Costantini saranno affissi lungo i 1.500 metri di strada porticata che va da Porta Saragozza all’arco del Meloncello, uno dei tratti più iconografici dei caratteristici portici del capoluogo felsineo. La scelta è quella di unire due patrimoni, quello della bellezza artistica e quello delle libertà inviolabili della persona. Due patrimoni di uguale valore, che si ritrovano a Bologna per mandare un messaggio universale di libertà, bellezza e giustizia.
La data di inaugurazione, il prossimo 16 giugno, non è casuale. Sarà infatti il giorno del trentesimo compleanno di Patrick Zaki, che fino all’arresto, avvenuto al Cairo nel febbraio 2020 frequentava un master presso l’Università di Bologna.
L’iniziativa vede la partnership di Station to Station, l’associazione che ha raccolto oltre 260.000 firme su change.org per chiedere la cittadinanza italiana all’attivista egiziano, e di Coop Alleanza 3.0, che sostiene e condivide i valori dell’evento.