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La nuova strategia 2025-2030 in materia d’immigrazione, approvata dal governo della Polonia il 15 ottobre, è secondo Amnesty International palesemente illegale nella parte in cui, citando le minacce russe e bielorusse di usare l’immigrazione per “destabilizzare il paese”, prevede la sospensione temporanea del diritto d’asilo.
“Il primo ministro Tusk sa bene che si tratta di un provvedimento palesemente illegale. Ci sono stati membri dell’Unione europea, come la Polonia, che stanno usando politicamente i diritti delle persone migranti e rifugiate. Dalla stessa Polonia alla Finlandia, dalla Francia alla Germania, si ricorre alle cosiddette emergenze per emanare norme che pregiudicano gravemente l’accesso all’asilo e la protezione dai rimpatri”, ha dichiarato Dinushika Dissanayake, vicedirettrice per l’Europa di Amnesty International.
“In pericolo saranno i diritti delle persone in cerca di salvezza, persone che possono essere state sottoposte a violenza e traffico di esseri umani o spinte con l’inganno verso i confini dell’Unione europea. La decisione di sospendere temporaneamente e territorialmente il diritto di sottoporre richieste d’asilo colpisce sia le persone che attraversano irregolarmente le frontiere terrestri sia quelle che si presentano ai punti d’ingresso ufficiali, come previsto dalla legge recentemente approvata dalla Finlandia”, ha aggiunto Dissanayake.
“Il piano polacco è anche palesemente incoerente con le nuove norme in caso di crisi e di forza maggiore entrate in vigore nell’ambito del Patto europeo su immigrazione e asilo: gli stati membri hanno a disposizione tutta una serie di strumenti di fronte a preoccupazioni in materia di sicurezza ma questi devono sempre rispettare i diritti umani, compreso il diritto d’asilo, che è protetto dalla Carta sui diritti fondamentali dell’Unione europea”, ha sottolineato Dissanayake.
“Dal 2021 l’Unione europea sta tollerando l’operato di Polonia, Lettonia e Lituania alle loro frontiere con la Bielorussia, operato che va oltre ogni potere loro garantito dalle leggi europee, così come quello più recente della Finlandia alla frontiera con la Russia. È giunto davvero il momento che la Commissione europea prenda sul serio il suo ruolo di guardiana dei trattati e dia il chiaro segnale che i diritti fondamentali non possono essere piegati agli interessi politici”, ha concluso Dissanayake.
Con l’espressione “strumentalizzazione dell’immigrazione” ci si riferisce ad azioni di stati terzi o di altri attori che favoriscono i movimenti irregolari di persone migranti verso un altro stato nel tentativo di destabilizzarlo.
Da tempo le autorità polacche cercano di compromettere i diritti delle persone migranti e rifugiate al confine in arrivo alla frontiera con la Bielorussia.
La stessa Polonia (insieme a Lettonia e Lituania, in casi separati ma simili) dovrà affrontare a breve il giudizio della Corte europea dei diritti umani riguardo alla situazione di un gruppo di persone afgane richiedenti asilo che nel 2021 rimasero bloccate al confine con la Bielorussia poiché le autorità polacche avevano loro impedito di accedere alla procedura d’asilo e le avevano rimandate indietro in modo sommario.