Polonia: a rischio l’indipendenza dei giudici

24 Novembre 2017

© Amnesty International/Grzegorz Zukowski

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L’indipendenza dei giudici in Polonia è a rischio. Il 24 novembre il parlamento polacco esamina due emendamenti alla Legge sul Consiglio nazionale della magistratura e sulla Corte suprema.

Come riportato nella nota ufficiale, il primo emendamento abbassa l’età del ritiro dei giudici della Corte suprema da 70 a 65 anni. Se approvato, costringerebbe al ritiro – o quanto meno a una valutazione caso per caso – la maggior parte degli attuali componenti, rendendo possibile attraverso la nomina di nuovi membri il controllo governativo sul massimo organo giudiziario.

L’altro emendamento prevede che i membri del Consiglio nazionale della magistratura, organismo finora regolato da meccanismi elettivi interni, siano votati dal parlamento.

Anche in questa occasione, come già accaduto in occasione della prima discussione, sono previste proteste di massa.

A luglio le manifestazioni furono contrastate da dure misure di sicurezza e decine di manifestanti sono ancora sotto processo. Esse ottennero tuttavia il risultato di spingere il presidente Andrzej Duda a bloccare i due emendamenti.

Nonostante alcune modifiche, i due emendamenti presentano ancora motivi di preoccupazione.

Ventotto organizzazioni, tra cui Amnesty International Polonia, hanno lanciato un appello ai parlamentari e al presidente Duda affinché non sostengano emendamenti che metterebbero a rischio l’indipendenza della magistratura.

I nostri osservatori sono pronti a monitorare l’andamento delle proteste e il comportamento delle forze di sicurezza.