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Con un comunicato congiunto, la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio ha commentato l’arrivo del testo unificato della proposta di legge contro l’omo-bi-transfobia e la misoginia, di cui è relatore l’onorevole Alessandro Zan, alle fasi finali di approvazione in Parlamento.
La proposta di legge in discussione riguarda l’estensione della punibilità già prevista dagli artt. 604 bis e 604 ter c.p., per le condotte di commissione di atti discriminatori o istigazione alla commissione di atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi, anche alle medesime condotte per motivi di genere, sesso, identità sessuale e orientamento sessuale. Non riguarda invece la propaganda di idee o le convinzioni personali.
L’approvazione del disegno di legge permetterebbe non solo di dotare la magistratura di norme adeguate, e le vittime di una tutela legale dei loro diritti, ma anche di far avanzare sensibilmente il dibattito sulla piena cittadinanza di tutte le persone, e di porre fine a una grave forma di discriminazione in palese contrasto con il dettato della Costituzione.
Come già avviene in molti paesi, dalla Francia alla Germania, dall’Austria alla Svizzera, il disegno di legge propone la perseguibilità di reati motivati da «stigma sessuale, in particolar modo nei confronti delle persone omosessuali e transessuali», insieme all’introduzione di strumenti di prevenzione del crimine e di assistenza alle vittime di questi reati.
“Non possiamo che esprimere tutta la nostra soddisfazione nel vedere arrivare in aula questa proposta di legge – si legge nella nota congiunta –, di cui ci auguriamo l’approvazione in tempi certi e rapidi, e senza stravolgimento o compromessi al ribasso. Ci auguriamo inoltre che a questo adeguamento normativo si affianchi finalmente una cultura del diritto e della prevenzione dei fenomeni d’odio, come risposta ferma e duratura al culto della violenza e alla prassi della discriminazione“.
La discussione della proposta di legge arriva dopo la parziale sospensione dei lavori delle Camere dovuta all’emergenza Covid, e dopo che due proposte di legge contro l’omofobia furono sottratte al dibattito parlamentare durante la XVI legislatura, nel 2009 e nel 2013 .
L’Italia è molto in ritardo, rispetto a molti altri paesi, nell’accogliere le raccomandazioni delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa e di vari documenti di soft e hard law dell’Unione Europea in tema di diritti umani delle persone LGBTI+.
Come sappiamo dal nostro lavoro di monitoraggio e contrasto alle discriminazioni, e come ha più volte affermato l’onorevole Zan, in Italia esiste un “serio problema di discriminazione verso le persone omosessuali e transessuali“, e affermare che esistono già “adeguati presidi per contrastare questo fenomeno” – ha osservato la presidente della Commissione Giustizia alla Camera Francesca Businarolo – significa non voler prendere atto della realtà. Una realtà che è sotto gli occhi di tutti, come purtroppo ci hanno ricordato le gravissime aggressioni omofobe avvenute nelle scorse settimane lungo la Penisola. E si tratta soltanto delle ultime aggressioni in ordine di tempo riportate dalle cronache, senza contare tutte le aggressioni – verbali e fisiche – che avvengono senza essere denunciate.
La Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio è uno spazio per il confronto costante e costruttivo di esperti delle organizzazioni della società civile, del mondo accademico e delle istituzioni che ha per obiettivo lo studio del fenomeno dell’hate speech online e l’individuazione di risposte efficaci che contrastino discriminazione e intolleranza e favoriscano l’inclusione.
A partire da maggio 2018 gli attori della Rete si incontrano periodicamente per individuare analisi e interventi sui quali lavorare insieme, mettendo in rete esperienze di eccellenza: osservazione e tecnologie, comunicazione, attivismo, educazione sono i principali ambiti sui quali i membri del network conducono un dialogo continuo. La Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio si pone come interlocutore corale con le istituzioni sul tema dell’hate speech online.
Partecipano alle attività della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio: Action Aid, ARCI, ASGI, Associazione Carta di Roma, Consiglio Nazionale Forense, COSPE, Fondazione Bruno Kessler, GiULiA, Lunaria, No Hate Speech Movement, OSCAD, Osservatorio di Pavia, Rete Lenford, UNAR, Vox Diritti e a titolo individuale ricercatori delle Università di Bologna, Firenze, Milano, Padova, Trento, Reading (UK), Verona e del CNR.