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Quando manca meno di una settimana all’inizio dei Mondiali di calcio in Qatar, il tempo perché la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) e il suo presidente Gianni Infantino s’impegnino a risarcire i lavoratori migranti per i danni subiti durante la preparazione del torneo sta scadendo.
“A meno che non rompa il silenzio sul tema dei risarcimenti, Infantino pare voler rifiutare l’opportunità aurea che i Mondiali lascino un’eredità di rispetto e onore per i lavoratori che li hanno resi possibili. Gli sono state presentate fior di prove sulle conseguenze umane degli ultimi 12 anni e una proposta per aiutare le vittime e le loro famiglie a rifarsi una vita. Il messaggio da Zurigo e Doha non può solo concentrarsi sul calcio”, ha dichiarato Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia economica e sociale di Amnesty International
“La Fifa non può usare lo spettacolo dei Mondiali per venir meno alle sue responsabilità. Ha un chiaro dovere nei confronti dei danni subiti da centinaia di migliaia di lavoratori mentre costruivano gli stadi e le infrastrutture necessari per lo svolgimento del torneo. Un impegno pubblico in favore di un fondo di risarcimento, sebbene non possa annullare il passato, rappresenterebbe un grande passo avanti. Il tempo è agli sgoccioli ma non è ancora troppo tardi perché la Fifa faccia la cosa giusta”, ha aggiunto Cockburn.
Nel maggio 2022 Amnesty International e una coalizione di organizzazioni hanno lanciato una campagna per chiedere al Qatar e alla Fifa di avviare un programma complessivo di rimedi per le centinaia di migliaia di lavoratori vittime di tasse di assunzione illegali, salari non pagati, ferimenti e decessi. Finora, Infantino non ha replicato in alcun modo alla lettera congiunta inviatagli all’inizio della campagna e ha sempre evitato di affrontare in pubblico il tema dei risarcimenti.
La proposta del programma di rimedi ha ottenuto ampio sostegno da parte di una decina di associazioni calcistiche (tra le quali Inghilterra, Germania, Francia, Paesi Bassi e Usa), degli sponsor dei Mondiali Coca Cola, Adidas, Budweiser e McDonalds e, con un video diventato virale il mese scorso, della nazionale di calcio dell’Australia.
Sebbene alti dirigenti della Fifa abbiano riconosciuto l’importanza dei risarcimenti, la governance del calcio e il suo presidente non hanno mai fatto alcuna dichiarazione pubblica. Un sondaggio globale commissionato da Amnesty International in 15 stati ha rivelato che l’84 per cento delle persone che probabilmente vedranno i Mondiali è a favore della proposta.
Il 4 novembre Gianni Infantino ha scritto alle 32 nazioni finaliste dei Mondiali di Qatar 2022 sollecitandole a “concentrarsi sul pallone” e a lasciare da parte le questioni relative ai diritti umani. Poco prima, il ministro del Lavoro del Qatar aveva liquidato la campagna di Amnesty International come “una trovata pubblicitaria”.